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don Pasquale Giordano – Commento al Vangelo del 25 Gennaio 2024

Commento al brano del Vangelo di: Mc 16, 15-18

Il Vangelo trasfigura la vita
CONVERSIONE DI SAN PAOLO APOSTOLO

Dagli Atti degli Apostoli At 22,3-16

Àlzati, fatti battezzare e purificare dai tuoi peccati, invocando il nome di Gesù.

In quei giorni, Paolo disse al popolo:

«Io sono un Giudeo, nato a Tarso in Cilìcia, ma educato in questa città, formato alla scuola di Gamalièle nell’osservanza scrupolosa della Legge dei padri, pieno di zelo per Dio, come oggi siete tutti voi. Io perseguitai a morte questa Via, incatenando e mettendo in carcere uomini e donne, come può darmi testimonianza anche il sommo sacerdote e tutto il collegio degli anziani. Da loro avevo anche ricevuto lettere per i fratelli e mi recai a Damasco per condurre prigionieri a Gerusalemme anche quelli che stanno là, perché fossero puniti.

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Mentre ero in viaggio e mi stavo avvicinando a Damasco, verso mezzogiorno, all’improvviso una grande luce dal cielo sfolgorò attorno a me; caddi a terra e sentii una voce che mi diceva: “Saulo, Saulo, perché mi perséguiti?”. Io risposi: “Chi sei, o Signore?”. Mi disse: “Io sono Gesù il Nazareno, che tu perséguiti”. Quelli che erano con me videro la luce, ma non udirono la voce di colui che mi parlava. Io dissi allora: “Che devo fare, Signore?”. E il Signore mi disse: “Àlzati e prosegui verso Damasco; là ti verrà detto tutto quello che è stabilito che tu faccia”. E poiché non ci vedevo più, a causa del fulgore di quella luce, guidato per mano dai miei compagni giunsi a Damasco.

Un certo Ananìa, devoto osservante della Legge e stimato da tutti i Giudei là residenti, venne da me, mi si accostò e disse: “Saulo, fratello, torna a vedere!”. E in quell’istante lo vidi. Egli soggiunse: “Il Dio dei nostri padri ti ha predestinato a conoscere la sua volontà, a vedere il Giusto e ad ascoltare una parola dalla sua stessa bocca, perché gli sarai testimone davanti a tutti gli uomini delle cose che hai visto e udito. E ora, perché aspetti? Àlzati, fatti battezzare e purificare dai tuoi peccati, invocando il suo nome”».

Dio sta dalla parte di chi soffre

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Paolo davanti ai Giudei, raccolti nel tempio di Gerusalemme per la festa di Pasqua, racconta l’origine di quello che i suoi nemici considerano un tradimento e che l’apostolo invece descrive come il momento della sua conversione. La narrazione assume i contorni di una teofania, ovvero una manifestazione divina.

Infatti, la luce sfolgorante rende inaccessibile la vista di chi parla, tant’è che Paolo deve chiedere chi sia colui che gli rivolge la parola chiedendo conto del suo operato. La manifestazione è una rivelazione privata perché è indirizzata solo a Paolo, mentre quelli che l’accompagnano, pur avendo visto il bagliore, non sentono la voce divina.

L’incontro è sconvolgente perché Colui che Paolo credeva morto lo cerca per mostrarsi vivo nella carne sofferente dei perseguitati. Paolo era convinto che quelli della «Via» erano empi meritevoli di punizione esemplare. L’incontro con Gesù segna un capovolgimento totale del suo punto di vista. Il suo comportamento nasceva da un giudizio conforme alla lettera della Legge ma non alla volontà di Dio il cui orizzonte salvifico supera i confini tracciati dalla Tora.

Il cuore della rivelazione sta nel fatto che Dio, il tre volte Santo, il cui volto è inaccessibile agli occhi umani, si rende visibile nella carne degli uomini, soprattutto di chi soffre innocentemente e di chi viene perseguitato a causa della sua fede. Paolo, il difensore armato della religione ebraica, viene disarmato dalla forza inerme dell’amore e della compassione.

Comprende che Dio sta dalla parte di chi soffre, perché Egli è innanzitutto amore di compassione e, come tale, è il solo e vero Giusto.

+ Dal Vangelo secondo Marco Mc 16,15-18

Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo.

In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro:

«Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato.

Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».

Il Vangelo trasfigura la vita

La festa di oggi celebra l’incontro di Saulo di Tarso con Gesù, il Crocifisso risorto, sulla via di Damasco verso cui andava per perseguitare i cristiani. Il racconto degli Atti degli Apostoli e quello dello stesso Paolo concordano sul fatto che quella esperienza straordinaria gli ha segnato indelebilmente la vita cambiandone la direzione di marcia.

La pagina conclusiva del vangelo di Marco aiuta a comprendere la portata dell’incontro con il Signore risorto. Dio si mostra e parla non per emettere una sentenza di condanna, ma per rivelarsi come amore misericordioso. Come sulle rive del Mar di Galilea, così anche sulle strade tortuose della nostra vita, Gesù prende l’iniziativa e viene incontro ad ogni uomo, anche il più peccatore per convertirlo a Lui.

Questo è accaduto a Paolo che era convinto di essere nel giusto perseguitando i seguaci di Gesù; lo faceva in nome di Dio e della religione che professava. In realtà quella di Paolo era solo una convinzione religiosa ma priva di fede autentica che non può essere ridotta a convenzioni, precetti e tradizioni. La fede è un dono di Dio che diventa realtà concreta quando si traduce in incontro personale con Lui.

Ogni qualvolta siamo alla presenza di Dio, Egli ci dona la parola della misericordia che ha la forza di demolire gli idoli dell’orgoglio e di fecondare l’anima, trasformando il deserto in giardino, il cuore di pietra in cuore di carne. Chi incrocia lo sguardo di Gesù e da lui si lascia guardare senza farsi vincere dall’indifferenza, non prova solo una forte emozione che poi svanisce, ma, se la parola di Dio è accolta nell’intimo, avviene la conversione missionaria.

Non si vive per sé stessi o inseguendo i propri ideali ma per compiere la volontà di Dio: che tutti possano conoscere l’amore di Dio ed essere salvati vivendo ogni giorno l’amore fraterno. La conversione non è semplicemente il cambio di un sistema di valori o idee di riferimento, ma di modi di fare che influisce sul mutamento di stile di vita e di relazioni. Non si crede a parole o con le parole, ma scrivendo con i fatti il vangelo della misericordia che si annuncia.

Commento a cura di don Pasquale Giordano
Vicario episcopale per l’evangelizzazione e la catechesi e direttore del Centro di Spiritualità biblica a Matera

Fonte – il blog di don Pasquale “Tu hai Parole di vita eterna

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