La regalitร di Gesรน tra la tentazione di salvarsi e la volontร di donarsi
XXXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO(ANNO C)
Nostro Signore Gesรน Cristo Re dellโUniverso
Al centro del brano evangelico di questa domenica cโรจ la scritta: โCostui รจ il re dei Giudeiโ. Questa espressione racchiude tante veritร quanti sono i punti di vista da cui osservare lโevento. Cโรจ chi, come il popolo assiste inerte, senza prendere una posizione, subendo gli eventi. Le autoritร deridono Gesรน e uno dei malfattori, crocifisso anche lui, lo insulta. Poi cโรจ un altro condannato a morte che prima rimprovera il suo compagno perchรฉ si associa al coro di chi schernisce Gesรน, poi si rivolge a lui riconoscendolo come il re. Gesรน non replica a coloro che lo insultano ma a colui che, partecipando al dolore, chiede anche di condividere la gioia della vittoria.
Ciascuna delle espressioni davanti al Crocifisso rivela il cuore di chi le pronuncia. I capi non parlano direttamente a Gesรน ma cercano di convincere la gente che assiste che Gesรน se non salva sรฉ stesso non รจ il Cristo di Dio. I soldati spronano il Crocifisso a salvare sรฉ stesso, il malfattore che lo insulta, quasi in atto di sfida, gli chiede di salvarsi e salvarlo.
Gesรน รจ disprezzato perchรฉ non interpreta i desideri di potere, anzi li mortifica. Gesรน non compie azioni strabilianti tali da essere un vincente e in modo da poter salire sul suo carro trionfante. Gesรน non usa strategie per imporsi. Gesรน รจ deriso perchรฉ agli occhi di chi cerca il potere, la ricchezza e lโaffermazione di sรฉ, appare come un inutile perdente. La rabbia contro Gesรน si motiva solamente a partire da un forte senso di frustrazione che affligge i capi e i soldati. I capi e i soldati credono di non aver bisogno di salvezza perchรฉ si sentono in una posizione di forza. Gridano โsalva te stessoโ perchรฉ considerano la croce come qualcosa da cui essere liberati.
Neanche il malfattore che insulta Gesรน ha una prospettiva piรน ampia delle altre due categorie di uomini. Agli occhi dellโaltro malfattore Gesรน appare il vero vincitore, colui che apre le porte del regno.
Sul Golgota si ripropone per Gesรน la tentazione per eccellenza: lโauto-salvezza.
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Da una parte cโรจ chi vede nella croce qualcosa da cui fuggire, un peso di cui liberarsi, dallโaltra come la forma piรน alta di libertร e di solidarietร con i piรน piccoli. Uno dei due malfattori crocifissi riconosce nellโinnocenza di Gesรน la sua regalitร . Senza alcuna colpa Egli sta soffrendo e morendo in croce. Se non รจ lรฌ per una colpa, รจ lรฌ solamente per un amore. Un amore umano non sarebbe mai giunto a quei livelli, ma quello divino certamente sรฌ.
โRicordati di me nel tuo regnoโ. Questa richiesta del buon ladrone puรฒ essere parafrasata con le parole dei capi delle tribรน che vanno da Davide per affermare la loro appartenenza al suo corpo. Regna su di noi. Sรฌรฌ il nostro pastore, la nostra guida, colui che si prende cura di noi. Credere, in quanto affidarsi alla cura di Dio รจ il contrario del salvarsi.
Il primo battezzato รจ quel ladro che vede piรน lontano rispetto agli altri. Pur riconoscendo la propria colpa e la giusta sofferenza ad essa conseguente, tuttavia comprende che la via della salvezza รจ aperta per lui dietro Gesรน. Non chiede di essere salvato dalla croce ma di essere accolto tra i suoi compagni. Salvarsi non significa liberarsi da qualcosa o qualcuno, ma darsi in una relazione dโamore. Il buon ladrone comprende che la salvezza sta nella relazione con Gesรน attraverso la quale diventerร una persona nuova.
La regalitร di Gesรน non รจ emancipazione da unโautoritร superiore. Al nazionalismo sovranista egli oppone un governo, a partire da sรฉ stessi, basato sullโobbedienza intesa come ascolto e accoglienza benevola. Gesรน non รจ venuto per farsi servire ma per servire e dare la propria vita per il riscatto della nostra schiavitรน.
Il buon ladrone ottiene la benedizione di Gesรน: โOggi sarai con me in paradisoโ. La salvezza รจ nella relazione e nella comunione che si vive nellโoggi. Con Gesรน la luce di pieno giorno della risurrezione irrompe anche nella notte del dolore piรน duro e irrora di speranza lโumanitร assetata di libertร .
Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!
Commento a cura di don Pasquale Giordano
La parrocchia Mater Ecclesiae รจ stata fondata il 2 luglio 1968 dallโArcivescovo Mons. Giacomo Palombella, che morirร ad Acquaviva delle Fonti, suo paese natale, nel gennaio 1977, ormai dimissionario per superati limiti di etร โฆ [Continua sul sito]