don Pasquale Giordano – Commento al Vangelo del 23 Settembre 2020

Il Vangelo è movimento

San Pio da Pietrelcina

Gesù chiama insieme dodici discepoli perché formino una comunità, anticipazione di quella che in seguito verrà chiamata Chiesa. Non si tratta di una setta che vuole distinguersi e separarsi dagli altri, ma di un popolo, del nuovo popolo d’Israele. Come tale la comunità dei Dodici è apostolica perché è un popolo in cammino che non vaga, ma pellegrina tra le strade del mondo, inviata a portare a tutti la gioia del vangelo. 

La Chiesa, a maggior ragione oggi, riceve dal Signore crocifisso e risorto lo Spirito Santo che le conferisce forza e autorità per lottare contro il male e fare il bene prendendosi cura degli infermi. I demoni sono le forze centrifughe che ci spingono a contrapporci e a farci la guerra l’un l’altro attraverso la maldicenza, le insinuazioni o i giudizi affrettati. L’invidia, la gelosia, l’orgoglio, l’egoismo e l’ambizione alimentano i pensieri e la volontà a prendere delle iniziative in autonomia che da una parte non favoriscono la comunione e dall’altra la mettono profondamente in crisi.

La missione con la quale si annuncia il vangelo è un servizio d’amore non una prestazione, seppur gratuita. Quest’ultima nasce dalla propria volontà e risponde ad un proprio desiderio, mentre il servizio è risposta generosa e gioiosa ad un bisogno concreto delle persone che Dio fa suo identificandosi con i poveri. La missione richiede una condizione previa: svuotarsi di ciò che non è essenziale per poter accogliere il dono dello Spirito e così portare nel mondo non la propria idea ma la Parola di Dio che sana e sazia. 

Prima di partire bisogna alzarsi la veste perché il passo del servizio non sia intralciato dai pregiudizi, attese, calcoli di guadagno e la cinta della Parola di Dio possa aderire bene ai nostri fianchi che sono il simbolo della nostra capacità affettiva. Farsi poveri, significa riconoscere la povertà, la propria insufficienza e la tendenza all’autoreferenzialità da tenere sotto controllo. 

L’apostolo è tale non per chiamata diretta, ma perché è coinvolto in una vocazione comunitaria nella quale a tutti è donato lo Spirito Santo. Soggetto della missione non sono i singoli a cui è affidato un particolare compito, ma tutta la comunità. Ciascun cristiano, assumendo i sentimenti di Cristo, ha la responsabilità di lasciarsi coinvolgere e includere a sua volta i fratelli nell’abbraccio dell’unico Padre di tutti. 

Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!


Commento a cura di don Pasquale Giordano
FonteMater Ecclesiae Bernalda
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