don Pasquale Giordano – Commento al Vangelo del 23 Novembre 2022

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Ingressi di sicurezza

Non è certamente esaltante la prospettiva che Gesù offre ai suoi discepoli. D’altronde se si guarda alla vita con realismo notiamo che lo scenario prospettato dal Maestro non è distante dalle vicende che viviamo quotidianamente perché la storia degli uomini è solcata dai graffi della violenza. Essa assume la forma della persecuzione allorquando l’obbiettivo ultimo degli attacchi è Gesù stesso.

Fatto segno di ogni tipo di abuso di potere, condivide la sofferenza con tutti i perseguitati per la giustizia e la pace. Gesù assicura la sua vigile presenza accanto a chi soffre per il fatto di appartenergli e di servirlo. Gesù sembra richiamarsi ad un principio per il quale il vero profeta non può non soffrire e proprio per mano di coloro che reputa più vicini.

Il vero profeta è colui che, messo a tacere con la violenza, comunque diviene il portavoce di Dio con la sua vita capace di superare ogni barriera. Non è lui che parla ma lo Spirito che parla in lui. La parola di sapienza è elargita con la benevolenza, la mitezza e la magnanimità, caratteristiche proprie del nome di Dio.

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Se è vero che la fede non è una polizza assicurativa, tuttavia è altrettanto certo che è più affidabile la promessa di Dio piuttosto che le lusinghe o le minacce degli uomini. Più che combattere per convincere, Gesù chiede di resistere alle provocazioni con la forza della mitezza in nome, non della vendetta, ma del desiderio di far conoscere a tutti la bontà di Dio.

Leggi la preghiera del giorno.

Commento a cura di don Pasquale Giordano
Vicario episcopale per l’evangelizzazione e la catechesi e direttore del Centro di Spiritualità biblica a Matera

Fonte – il blog di don Pasquale “Tu hai Parole di vita eterna

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