XVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)
Dal libro della Sapienza (Sap 12,13.16-19)
Dopo i peccati, tu concedi il pentimento.
Non cโรจ Dio fuori di te, che abbia cura di tutte le cose,
perchรฉ tu debba difenderti dallโaccusa di giudice ingiusto.
La tua forza infatti รจ il principio della giustizia,
e il fatto che sei padrone di tutti, ti rende indulgente con tutti.
Mostri la tua forza
quando non si crede nella pienezza del tuo potere,
e rigetti lโinsolenza di coloro che pur la conoscono.
Padrone della forza, tu giudichi con mitezza
e ci governi con molta indulgenza,
perchรฉ, quando vuoi, tu eserciti il potere.
- Pubblicitร -
Con tale modo di agire hai insegnato al tuo popolo
che il giusto deve amare gli uomini,
e hai dato ai tuoi figli la buona speranza
che, dopo i peccati, tu concedi il pentimento.
Il tempo opportuno della riconciliazione
Il Dio dโIsraele non รจ la proiezione delle ambizioni di potere degli uomini. Al contrario, Dio educa lโuomo allโesercizio dellโautoritร e del governo mostrando che solo lโamore crea una civiltร nella quale gli uomini possono vivere nella pace e nella prosperitร . Non รจ lโamore al potere che spinge allโazione ma รจ il potere dellโamore che ristabilisce la giustizia il cui equilibrio lโuomo incrina col suo peccato. Il tratto caratteristico di Dio, governatore e giudice del mondo, รจ la mitezza e la pazienza. Giร i profeti avevano messo in luce la veritร per la quale Dio educa il suo popolo alla fedeltร non con strumenti coercitivi ma con la bontร . Piรน che sulla repressione del male, Dio concentra la sua attenzione sulla promozione del bene. Lโautore del Libro della Sapienza, che si rivolge soprattutto a chi รจ costituito in autoritร , offre un esempio della cultura dellโamore che rigetta la violenza della guerra e favorisce la comunione solidale tra fratelli.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani (Rm 8,26-27)
Lo Spirito intercede con gemiti inesprimibili
Fratelli, lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza; non sappiamo infatti come pregare in modo conveniente, ma lo Spirito stesso intercede con gemiti inesprimibili; e colui che scruta i cuori sa che cosa desidera lo Spirito, perchรฉ egli intercede per i santi secondo i disegni di Dio.
Lo Spirito della preghiera
Come i bambini infanti che non sanno parlare anche noi, dice s. Paolo, non sappiamo esprimere a parole quello che portiamo nel cuore. Avvertiamo un malessere ma non siamo capaci di supplicare. La debolezza di fondo รจ la difficoltร a collegare mente e cuore, intelletto e volontร . Sappiamo ciรฒ che รจ giusto ma non รจ detto che riusciamo a fare la giustizia. Lo Spirito santo รจ il Parร clito che ci prende sotto la sua protezione e intercede per noi. I nostri lamenti, fatti di grida e lacrime, diventano, per la potenza dello Spirito, la preghiera di Gesรน sulla croce. Egli, mosso dallo Spirito, intercede per i peccatori al fine di riconciliarli col Padre.
+ Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 13,24-43)
Lasciate che lโuna e lโaltro crescano insieme fino alla mietitura.
In quel tempo, 24Espose loro unโaltra parabola, dicendo: โIl regno dei cieli รจ simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. 25Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminรฒ della zizzania in mezzo al grano e se ne andรฒ. 26Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntรฒ anche la zizzania. 27Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: โSignore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?โ. 28Ed egli rispose loro: โUn nemico ha fatto questo!โ. E i servi gli dissero: โVuoi che andiamo a raccoglierla?โ. 29โNo, rispose, perchรฉ non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. 30Lasciate che lโuna e lโaltro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirรฒ ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponetelo nel mio granaioโโ.
31Espose loro unโaltra parabola, dicendo: โIl regno dei cieli รจ simile a un granello di senape, che un uomo prese e seminรฒ nel suo campo. 32Esso รจ il piรน piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, รจ piรน grande delle altre piante dellโorto e diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami โ.
33Disse loro unโaltra parabola: โIl regno dei cieli รจ simile al lievito, che una donna prese e mescolรฒ in tre misure di farina, finchรฉ non fu tutta lievitataโ.
34Tutte queste cose Gesรน disse alle folle con parabole e non parlava ad esse se non con parabole, 35perchรฉ si compisse ciรฒ che era stato detto per mezzo del profeta:
Aprirรฒ la mia bocca con parabole,
proclamerรฒ cose nascoste fin dalla fondazione del mondo.
36Poi congedรฒ la folla ed entrรฒ in casa; i suoi discepoli gli si avvicinarono per dirgli: โSpiegaci la parabola della zizzania nel campoโ. 37Ed egli rispose: โColui che semina il buon seme รจ il Figlio dellโuomo. 38Il campo รจ il mondo e il seme buono sono i figli del Regno. La zizzania sono i figli del Maligno 39e il nemico che lโha seminata รจ il diavolo. La mietitura รจ la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli. 40Come dunque si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, cosรฌ avverrร alla fine del mondo. 41Il Figlio dellโuomo manderร i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono iniquitร 42e li getteranno nella fornace ardente, dove sarร pianto e stridore di denti. 43Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, ascolti!
Lectio
Contesto
Dopo la parabola del seminatore e il dialogo con i discepoli, nel quale viene offerta una attualizzazione del suo insegnamento, Gesรน prosegue usando tre similitudini per presentare il Regno dei cieli. Lโintervento del narratore, che chiosa sul valore pedagogico delle parabole, e la domanda dei discepoli, che chiedono spiegazioni su quella della zizzania, introducono lโapprofondimento dellโallegoria nella cui interpretazione lโaccento รจ posto sulla figura del Figlio dellโuomo.
Struttura
13, 24-33 โ le tre parabole del Regno dei cieli
vv. 24-30 โ il grano e la zizzania
vv. 31-32 โ il grano di senape
v. 33 โ il lievito
13, 34-43 โ riflessione sul genere parabolico
vv. 34-35 โ commento dellโevangelista
vv. 36-43 โ interpretazione della parabola della grano e della zizzania
ยซIl regno dei cieli รจ simile aโฆยป
Le tre parabole sono accomunate dalla stessa introduzione che le definisce come similitudini. Lโoggetto delle tre parabole รจ il Regno dei cieli di cui non si intende dare una definizione, ma di offrire delle immagini che mettano in luce il suo modo di manifestarsi nella storia. Lโespressione ยซRegno dei cieliยป ricorre sette volte nel capitolo 13 e trentadue in tutto il racconto evangelico di Matteo. La frequenza con cui il primo evangelo usa questo sintagma fa comprendere lโimportanza che riveste nella teologia dellโevangelista. Il termine ยซbasileiaยป in greco assume diversi significati oltre che ยซregnoยป: regalitร , dominio, governo, potestร , reame, signoria. Per la giusta interpretazione del ยซRegno dei cieliยป bisogna tener presente il retroterra antico testamentario per il quale Dio รจ lโunico sovrano che governa ยซcomeยป un re. Per cui la parola ยซRegnoยป indica la relazione che si instaura tra chi governa e chi viene governato. La specificazione ยซdei cieliยป definisce il rapporto tra il lโazione regale di Dio nel cielo e quella sulla terra. Giร nella preghiera del Padre nostro si chiede che la benevolenza divina che governa il mondo celeste trovi spazio nel mondo terrestre. Sicchรฉ il Regno dei cieli diventa modello possibile per quello della terra.
24Espose loro unโaltra parabola, dicendo: โIl regno dei cieli รจ simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. 25Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminรฒ della zizzania in mezzo al grano e se ne andรฒ. 26Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntรฒ anche la zizzania. 27Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: โSignore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?โ. 28Ed egli rispose loro: โUn nemico ha fatto questo!โ. E i servi gli dissero: โVuoi che andiamo a raccoglierla?โ. 29โNo, rispose, perchรฉ non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. 30Lasciate che lโuna e lโaltro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirรฒ ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponetelo nel mio granaioโโ.
I personaggi protagonisti della parabola sono tre: il seminatore del buon seme, che รจ anche chiamato ยซpadrone di casaยป e ยซSignoreยป, il nemico che semina la zizzania, i servi che chiedono spiegazioni e le istruzioni. Lโincipit della parabola riprende la prima con la quale lโevangelista apre il discorso. Non si tratta solo di una ripetizione. Infatti, entra in scena il ยซnemicoยป, seminatore anche lui, ma della zizzania gettata in mezzo al grano. Agisce nella notte, di nascosto da tutti. Col tempo nel campo spuntano il grano e la zizzania. I servi si accorgono dellโanomalia chiedendo spiegazioni sullโorigine della zizzania. Il padrone di casa attribuisce la presenza della zizzania al nemico. I servi vogliono fare discernimento e si rivolgono al Signore che giudica rivelando la veritร dei fatti. Il giudizio รจ una prima separazione e distinzione tra ciรฒ che viene da Dio e quello che invece ha origine dal nemico. Lโavversario non si oppone al campo ma al suo padrone. Il nemico รจ tale perchรฉ vuole competere con il padrone di casa. Seminare รจ segno di possesso. Sia lโuno che lโaltro seminatore intendono rivendicare la proprietร del campo seminando. Il seme indica il modo con cui essi esercitano il possesso. Il primo seminatore semina del buon grano perchรฉ il seme fruttifichi, mentre la zizzania non porta frutto ma, piuttosto, con la sua presenza impedisce anche al grano di fruttificare bene. Il seminatore buono con la seminagione del buon seme intende avviare un processo vitale di fruttificazione, mentre il suo avversario agisce per inquinare e rovinare il ciclo del frutto.
I servi vorrebbero intervenire subito purificando il campo dalla zizzania. La sapienza del padrone di casa suggerisce invece di attendere con pazienza il tempo del compimento. Quello che potrebbe apparire come incuria o indifferenza invece รจ sapienza. Infatti, lโistintiva reazione dei servi potrebbe provocare un danno ancora piรน grave dellโazione del nemico e della zizzania. La mietitura segna il tempo del compimento ma anche della rivelazione della destinazione finale. Ciรฒ che inquina, limita, ostacola รจ destinato a finire bruciato, mentre ciรฒ che fruttifica, anche se poco a causa delle difficoltร , rimane. Il padrone di casa sa quale รจ il tempo della mietitura. I servi diventeranno mietitori solamente quando lo dirร il padrone del campo.
31Espose loro unโaltra parabola, dicendo: โIl regno dei cieli รจ simile a un granello di senape, che un uomo prese e seminรฒ nel suo campo. 32Esso รจ il piรน piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, รจ piรน grande delle altre piante dellโorto e diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami โ.
33Disse loro unโaltra parabola: โIl regno dei cieli รจ simile al lievito, che una donna prese e mescolรฒ in tre misure di farina, finchรฉ non fu tutta lievitataโ.
Dopo la parabola piรน articolata dei due seminatori in sequenza ne seguono altre due che potrebbero riallacciarsi in qualche modo alla prima. In entrambe le similitudini, lโaccento รจ posto sul seme e sul lievito, piuttosto che sui soggetti che operano, i quali comunque ripropongono unโaltra dualitร , anche se non cโรจ una contrapposizione. Nella prima parabola il raffronto riguarda il seme tra il prima e il dopo, tra lโinizio e il compimento. Il seme di senape, a differenza del grano che produce una spiga dallo stelo fine, diventa un arbusto. Lโattenzione รจ dunque posta sul raffronto tra il tempo della semina quando il seme รจ โpiรน piccoloโ e quello del compimento nel quale diventa โpiรน grandeโ. Potremmo vedere un richiamo al detto di Gesรน riferito a Giovanni Battista che tra i nati di donna รจ il piรน grande, ma il piรน piccolo nel regno dei Cieli รจ piรน grande di lui (cf. Mt 11,11). Il discepolo del Regno รจ caratterizzato dalla piccolezza, ovvero dalla mitezza e dallโumiltร , doni partecipati da Dio per diventare grandi. La piccolezza come quella del seme di senape esprime lโidentitร del discepolo, ovvero il suo modo di vivere, conformemente alla volontร di Dio. La piccolezza รจ oggetto del giudizio di Dio che gradisce, ma anche del mondo che invece disprezza. Il discepolo deve assumere il punto di osservazione di Dio per credere che Lui guarda la sua umiltร e la benedice trasformandola in grandezza. Non si tratta di una grandezza mondana misurabile con i criteri del potere umano ma della grandezza divina che si manifesta nella magnanimitร accogliente. Gesรน con questa parabola vuole distrarre lo sguardo del discepolo dai segni del potere per indicare nellโumiltร il vero potere dei segni.
La seconda similitudine riguarda il lievito che nella cultura del tempo non รจ positiva. Basti pensare alla prassi liturgica dโIsraele della festa di Pasqua nella quale bisogna eliminare tutto ciรฒ che ha traccia di lievito (cf. Es 12, 18-20). San Paolo attualizza questa tradizione associando chiaramente il lievito alla malizia e alla perversitร (1Cor 5, 7-8). Complessivamente perรฒ lโimmagine proposta nella parabola รจ positiva richiamando unโoperazione domestica che vede come protagonista una donna. Qualcuno ha visto un richiamo a Sara (Gn 18,6) che impasta del pane per i tre ospiti i quali si riveleranno uomini di Dio. Lโambiguitร dellโimmagine รจ data ulteriormente dal fatto che la donna ยซnascondeยป (la traduzione CEI usa ยซmescolaยป) un poโ di lievito in una grande quantitร di farina. Probabilmente come nella prima similitudine, anche la seconda richiama il secondo seminatore, il nemico, che di notte, mentre tutti dormono, ยซnascondeยป la zizzania. Il lievito รจ il simbolo dellโorgoglio, dellโaviditร che crea ingiustizia e competizione (ยซil lievito degli scribi e dei farisei). Gesรน sembrerebbe dire ai suoi discepoli di essere sapienti nella loro azione missionaria mettendoci passione, un sano orgoglio di appartenere a Dio e di servire la Chiesa. Si fa appello allo spirito imprenditoriale che รจ proprio della donna, affinchรฉ il regno dei Cielo possa crescere e aumentare anche di dimensione.
34Tutte queste cose Gesรน disse alle folle con parabole e non parlava ad esse se non con parabole, 35perchรฉ si compisse ciรฒ che era stato detto per mezzo del profeta:
Aprirรฒ la mia bocca con parabole,
proclamerรฒ cose nascoste fin dalla fondazione del mondo.
Il commento dellโevangelista รจ una prima conclusione del discorso mentre Gesรน insegna dalla barca. La precedente citazione di compimento del profeta Isaia era posta sulle labbra di Gesรน rispondendo alla domanda dei discepoli circa lโuso delle parabole. Ora รจ Matteo a riprendere il discorso aggiungendo unโaltra citazione. ร attribuita la profeta ma in realtร non appartiene agli scritti profetici ma รจ tratta dal Salmo 77,2 che giร appariva come allusione nellโincipit del primo grande discorso di Gesรน (Mt 5, 1-2). Matteo considera anche i Salmi come profezia similmente ai rabbini che attribuiscono ad essi lo stesso valore della Torร .
Il testo biblico citato serve a confermare la missione profetica di Gesรน che funge da base e modello per quella dei discepoli. Nel discorso missionario Gesรน esorta i discepoli a non aver paura dei nemici che ostacolano la loro missione perchรฉ il soggetto primo รจ Dio che ยซparlaยป nei discepoli. Infatti, aggiunge il Maestro, non cโรจ ยซnulla di nascosto che non sarร svelatoยป; ciรฒ che egli dice ยซagli orecchiยป dei discepoli (con parabole) loro sono chiamati a proclamarlo apertamente. ยซLe cose nascoste fin dalla fondazione (del mondo)ยป indica lโatto iniziale del processo di crescita del nuovo mondo che รจ il Regno dei Cieli. Il sostantivo, tradotto con ยซfondazioneยป alludendo allโinizio della creazione, รจ usato anche per indicare la ยซpiantagioneยป. In questo senso la fondazione del mondo sarebbe ยซil primo annuncioยป del Vangelo che, piantato nella nel terreno della storia, ma soprattutto nel cuore dellโuomo, produce i frutti della giustizia, secondo il โmisteroโ (pensiero nascosto e rivelato) di Dio.
36Poi congedรฒ la folla ed entrรฒ in casa; i suoi discepoli gli si avvicinarono per dirgli: โSpiegaci la parabola della zizzania nel campoโ. 37Ed egli rispose: โColui che semina il buon seme รจ il Figlio dellโuomo. 38Il campo รจ il mondo e il seme buono sono i figli del Regno. La zizzania sono i figli del Maligno 39e il nemico che lโha seminata รจ il diavolo. La mietitura รจ la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli. 40Come dunque si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, cosรฌ avverrร alla fine del mondo. 41Il Figlio dellโuomo manderร i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono iniquitร 42e li getteranno nella fornace ardente, dove sarร pianto e stridore di denti. 43Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, ascolti!
Cambia lo scenario e si passa dalla riva del mare alla casa. Anche qui, come avevano fatto mentre Gesรน insegnava dalla barca, i discepoli si avvicinano per chiedere qualcosa. La richiesta riguarda lโinterpretazione della parabola della zizzania. Notiamo un parallelismo tra i servi che si rivolgono al padrone di casa e i discepoli di Gesรน. Lโattenzione รจ spostata dai seminatori al seme, in particolare quello della zizzania. Gesรน nella risposta riprende ogni elemento della parabola dandone unโinterpretazione allegorica con una chiara accentuazione ecclesiologica e cristologica. I personaggi diventano quattro a formare due coppie contrapposte: i figli del Regno, i figli del Maligno, il diavolo e il Figlio dellโuomo. Il Figlio dellโuomo รจ posto allโinizio e alla fine del tempo perchรฉ รจ lui a stabilire il tempo della semina e della mietitura. Diversamente dalla prima parabola il seme non si identifica con la parola di Dio ma con i figli del Regno. Essi sono coloro che appartengono al nuovo Israele che con la loro vita annunciano la Parola. Sono ยซdisseminatiยป come gli apostoli che il Signore risorto invia in tutto il mondo (il campo). Similmente, i figli del Maligno sono coloro che con le loro azioni โinquinantiโ distorcono la Parola e ne ostacolano la crescita. Essi nei fatti appartengono al diavolo e compiono la sua opera.
La figura del Figlio dellโuomo, descritto come Signore della messe che invia i mietitori a mietere, risente della tradizione della letteratura apocalittica sulla quale si poggia la speranza della visita di Dio come giudice e salvatore. Il giudizio รจ apocalittico perchรฉ rivela la natura della โmissioneโ dei figli, del Regno o del Maligno e il loro destino finale. I figli del Maligno sono destinati a perire con i loro scandali, mente i figli del Regno partecipano della gloria di Dio. Lo splendore del sole รจ unโimmagine che evoca la gloria di Dio. Non รจ un caso che Matteo la usi anche per descrivere il volto di Gesรน nella trasfigurazione. La conclusione della spiegazione della parabola, dal tono escatologico, indica nel giudizio finale il compimento della speranza cristiana. I discepoli che appartengono al Figlio dellโuomo sono i figli del Regno perchรฉ partecipano con Cristo alla sua missione regale. I frutti sono il criterio del discernimento circa la scelta di vita: di chi essere discepolo? Anche i discepoli di Gesรน devono sempre verificarsi e confrontare il proprio comportamento con quello di Gesรน.
Il tempo, il dono di Dio piรน prezioso
La parabola รจ un racconto che aiuta colui che ascolta ad accostare la storia alla propria vita. Nelle parabole raccontate da Gesรน lโascoltatore รจ chiamato ad entrare in contatto con Dio che, agendo nella storia degli uomini, la fa diventare storia di salvezza. Questo passaggio spesso sfugge allโuomo che, soprattutto nelle situazioni piรน dolorose, sโinterroga sul senso degli eventi, sul ruolo che Dio ha nel loro svolgersi e come intervenga per aiutare la sua creatura. Fondamentalmente la domanda di sempre รจ questa: se Dio รจ buono perchรฉ il male? Nella parabola la drammatica questione รจ formulata nel duplice interrogativo che i servi rivolgono al padrone: ยซNon hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?ยป.
Allโorigine della storia cโรจ qualcosa di nascosto alla coscienza dellโuomo che รจ possibile conoscere solo per rivelazione. Si tratta del mistero e del silenzio che avvolge lโorigine del bene e quello del male, lโazione di Dio e quella del maligno che a Lui si oppone. La domanda dei servi rivela la conoscenza imperfetta del loro padrone: sono consapevoli della sua azione e della sua prerogativa ma sono dubbiosi sulla sua bontร . Cosรฌ, di fronte alle prove della vita, la nostra fede รจ insidiata dal dubbio sul suo modo di agire di Dio e, in definitiva, sulla sua giustizia. Il male insidia la tenuta della relazione. Questo vale anche nel rapporto tra di noi. Quando in una relazione spuntano i difetti sorgono spontanee anche le domande. Dunque, la questione fondamentale รจ come affrontare i problemi nella vita, soprattutto quando nella relazione emergono ostacoli naturali o quelli causati da una mano esterna. Bisogna reagire e non subire, ma ci si domanda: quali soluzioni individuare e attuare? I servi hanno una loro visione delle cose e una conseguente soluzione che perรฒ appare nettamente diversa da quella del padrone. I servi vorrebbero subito intervenire per sradicare la zizzania mentre il padrone del campo sceglie lโattesa. Quella dei servi รจ la mentalitร di quei radicali che si ergono a giudici come se loro stessi fossero i padroni. In realtร il radicalismo รจ una forma di orgoglio che rivela piรน lโattaccamento al proprio io che amore per la giustizia, cura e premura verso gli altri. Lโorgoglioso agisce dโimpulso arrogandosi diritti che non gli appartengono e funzioni che non gli competono con lโeffetto disastroso di eliminare zizzania e grano. Lโaggressivitร รจ lโatteggiamento sbagliato di chi si erge a giustiziere che distrugge proprio quello che vorrebbe custodire e proteggere.
Dio indica unโaltra soluzione: dare tempo. Questo si traduce nellโattesa che da una parte รจ inattivitร , cioรจ limitazione della propria istintivitร e aggressivitร , dallโaltro รจ attenzione ai processi di crescita che non sono stati attivati da noi ma da altri piรน grandi di noi. Dio e il Maligno hanno seminato il bene o il male, cioรจ hanno avviato processi con finalitร diverse. I servi ricevono dal padrone una consegna: lasciar crescere insieme e poi mietere per bruciare la zizzania e raccogliere il grano. Fuor di metafora lโindicazione data da Dio รจ riassumibile nei verbi dellโattesa paziente: osservare, accompagnare, lasciare e conservare.
Osservare รจ un atteggiamento diverso del semplice stare a guardare, perchรฉ chi osserva fa discernimento, coglie la veritร piรน profonda delle cose. Lโelasticitร mentale gli consente di assumere altri punti di vista, vedere gli eventi in maniera differente e mutare il proprio giudizio senza rinnegare se stesso, mentre chi รจ spettatore rimane sulla superficie delle cose e non รจ capace di cambiare opinione, ma orgogliosamente piega e deforma la realtร per giustificare se stesso. In fondo รจ proprio questo il fine dellโazione del nemico: deformare la veritร , sclerotizzare il cuore, schematizzare la realtร , mortificare la creativitร , irrigidire le relazioni rendendole motivo continuo di conflitto e contrapposizione.
Lasciar crescere insieme grano e zizzania significa accettare dentro di sรฉ e negli altri anche ciรฒ che non ci piace. Lasciar crescere insieme indica lโatteggiamento della inclusione che si oppone alla tendenza contraria della esclusione o emarginazione. Lโesercizio della pazienza avviene ogni qualvolta accettiamo non con rassegnazione, ma con fiducia, il limite, lโimperfezione, lโostacolo, la prova, la contraddizione, ma lโintegriamo in un progetto piรน grande e piรน bello.
La rabbia, la paura, il rancore, il senso di colpa, il pregiudizio generato dal male seminato dal nemico, dentro di noi e nel cuore dei nostri fratelli, non ci rende lucidi e razionali per prendere decisioni opportune e attuare scelte adeguate.
Il peccato, di cui parla il Libro della Sapienza, รจ ciรฒ che spunta nel cuore di ogni uomo. Dio, amante di ogni sua creatura che non vuole la morte del peccatore ma che si converta e viva, offre il tempo del pentimento, cioรจ tempo opportuno nel quale crescere nella pazienza, nellโumiltร e nella speranza. Il pentimento รจ una costante verifica su se stessi, per lasciare ciรฒ che va affidato al giudizio di Dio e conservare ciรฒ che serve per seminare ancora o per nutrirci di pane. La mietitura sarebbe lโesame di coscienza e lโatto finale del discernimento in situazioni critiche. Il male va affidato al giudizio insindacabile di Dio, mentre il bene che conserviamo e raccogliamo serve per continuare a spargere il seme dellโamore e preparare il pane da spezzare per fare comunione con i fratelli. In questo senso comprendiamo il significato delle altre due allegorie, quella del piccolo seme che diventa un grande arbusto e del lievito che fa crescere la massa. La pazienza con la quale affrontiamo i problemi della vita si coniuga con lโumiltร con cui si inizia ogni processo di crescita e la speranza che fa crescere ciรฒ che si รจ iniziato. La pazienza รจ dunque lโumiltร di iniziare sempre di nuovo, anche se non รจ mai come prima, e la speranza che รจ la forza dello Spirito che porta a compimento quello che Dio ha iniziato.
Commento a cura di don Pasquale Giordano
Vicario episcopale per lโevangelizzazione e la catechesi e direttore del Centro di Spiritualitร biblica a Matera
Fonte โ il blog di don Pasquale โTu hai Parole di vita eternaโ