L’intimità fraterna e il pericolo della solitudine
Giovedì della II settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)
L’evangelista Marco inserisce nel racconto dei piccoli sommari che fungono da sintesi e rilancio della trama narrativa. Gesù desidera ritirarsi verso il mare lì dove si era avvicinato ai pescatori e aveva chiamato i primi discepoli invitandoli a seguirlo. Dopo i primi gesti miracolosi, la gente della città si era accalcata alla porta della piccola casa di Simone per essere guarita. Al sorgere del sole Gesù si era ritirato a pregare, ma era stato raggiunto da Simone che si era fatto portavoce della gente che lo cercava. Il Nazareno diventa un punto di riferimento di tanta gente che si accalca attorno a lui per toccarlo. La disperazione porta a gettarsi su Gesù col rischio di schiacciarlo. Il carico delle attese delle persone supera la capacità umana di Gesù di portarne il peso. La barca, segno della comunità, diventa l’area di sicurezza dove rifugiarsi per non essere schiacciati. Anche Mosè, su suggerimento di suo suocero Ietro, scelse alcuni uomini che potessero aiutarlo nel giudicare le cause che gli venivano sottoposte per non soccombere.
Chi va incontro alla gente e si mostra disponibile ad accoglierla attira molte persone che riversano le loro molteplici problematiche. La pressione della gente potrebbe indurci a pensare che la missione consista nel dare risposte a ogni richiesta. Il pericolo è quello di farsi prendere dall’attivismo e dall’illusione che si possono soddisfare tutte le esigenze. Chiedere di preparare una barca significa cercare dei luoghi nei quali ritrovare la necessaria intimità con sé stessi nell’esperienza della familiarità che l’esposizione eccessiva può far perdere.
La barca simboleggia il circolo fraterno del presbiterio, della famiglia, o del gruppo a cui si appartiene in cui si vivono relazioni familiari più intime. Questo aiuta ad avere una giusta distanza dalle situazioni che le persone condividono perché le relazioni personali guadagnino in intimità e di efficacia. La barca è esperienza di compagnia fraterna che impedisce alla solitudine di minare la base della fede sulle quali poggiare il proprio servizio di carità.
Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!
Commento a cura di don Pasquale Giordano
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