don Pasquale Giordano – Commento al Vangelo del 22 Luglio 2022

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Da testimone oculare a ministra della Parola

Maria di Magdala è il modello di ogni apostolo del Vangelo perché ella da testimone oculare diventa missionaria della risurrezione. Il tutto avviene nel primo giorno della settimana ad indicare che la domenica è la cifra simbolica del tempo nel quale si avviano processi generativi di trasformazione. Il passaggio avviene tra due scoperte.

La prima è sconcertante e riguarda la tomba, trovata inaspettatamente aperta e vuota, attorno alla quale ruota la sua affannata ricerca; la seconda concerne l’incontro con il Risorto che porta a compimento il processo di salvezza avviato con la liberazione da sette demoni. Il sepolcro vuoto è un messaggio non verbale che viene frainteso.

La tristezza per la mancanza di Gesù è talmente forte da non ascoltare il messaggio che proviene dalla grotta sepolcrale che a ben vedere è abitata dagli angeli che s’interessano del suo dolore. La Parola di Dio ci interroga ma essa ci rimane indifferente fin quando non scopriamo che siamo alla presenza di Colui che credevamo assente. Gesù è il vero custode del giardino come lo era Dio nel paradiso terrestre.

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Come Lui va in cerca di Adamo chiedendogli il motivo del suo nascondimento, così il risorto interroga Maria sul perché delle sue lacrime. Con il peccato Adamo ed Eva scoprono di essere nudi e ne provano vergogna e si nascondono, nel giardino la Maddalena scopre di essere amata da Chi la conosce per nome perché, con la sua morte, l’ha redenta facendone una nuova creatura. 

Ella non può trattenere Gesù come se fosse un bene da possedere tra le sue mani ma la gioia, che il Risorto le ha messo nel cuore, deve portarla ai suoi fratelli che ancora sono nella tristezza e nel dolore. Così la fede non è un insieme di verità disincarnate e avulse dalla vita, altrimenti saremmo dei semplici ricettatori di reliquie. Il credente è invece colui che si lascia incontrare da Cristo vivo e gli permette di abitarlo e di conformarlo a Lui per essere suo fedele testimone in mezzo agli uomini e donne del suo tempo.

Signore Gesù, Tu non sei un ricordo lontano ma memoria viva e attuale dell’eterno amore del Padre. La tua parola mi aiuti a calmare la tristezza della nostalgia e alimenti in me la speranza che sostiene la ricerca del tuo volto. Possa riconoscere la tua voce che mi chiama per nome anche quando i miei occhi, pieni di lacrime e rabbia, non vedono altro che vuoto e assenza. Mostrami il tuo volto e cambia la mia veste di lutto in abito di nozze, il mio lamento in cantico di lode, le mie lacrime in sorrisi di tenerezza. Smetta di inseguirti tra i morti per cercarti tra le vie del mondo dove sono i fratelli e le sorelle che lottano tutti i giorni per sopravvivere e che attendono una parola di speranza e un pane di consolazione.

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Commento a cura di don Pasquale Giordano
FonteMater Ecclesiae Bernalda
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