Chi-amati per nome
Santa Maria Maddalena
Nel giorno in cui celebriamo la festa di Maria Maddalena meditiamo sulla pagina del vangelo di Giovanni che traccia nel profilo di questa donna quello del discepolo missionario. Maria di Magdala aveva seguito Gesù dopo essere stata liberata da “sette demoni”, cioè da uno stato di depressione molto forte in cui aveva perso il senso della vita. Davanti al sepolcro vuoto ella si sente nuovamente sprofondare ne baratro dello smarrimento, ma reagisce innanzitutto denunciando l’accaduto e poi facendo quello che le è possibile per ritrovare il contatto con il corpo del Signore. Ha affrontato il mistero dell’incomprensibile morte di Gesù ma non può rassegnarsi alla perdita del suo corpo. Prima d’incontrare Gesù Maria Maddalena si era arresa alla tristezza, ma dopo aveva imparato innanzitutto ad amarsi, ad accettarsi nei suoi limiti, a non dipendere dal giudizio degli altri e ad essere libera di esprimere la sua potente carica d’amore senza inibizioni o complessi che i pregiudizi potevano ingenerare.
La tomba vuota non l’aiuta a ricordare la promessa che Gesù aveva fatto ai suoi che lo avrebbero visto di nuovo, ma interpreta quel fatto come un ulteriore oltraggio al Signore. Ella lo cerca e desidera recuperare il contatto con lui. Le lacrime che le solcano il viso raccontano il suo dolore, ma anche la forza dell’amore che la anima nella ricerca. Gli occhi pieni di lacrime e il cuore colmo di dolore le impediscono di ricordare e di riconoscere. Come potrebbe sapere che Gesù non è stato portato via ma che è lì, vivo? Non basta la passione perché nel momento del dolore la ragione stessa si offusca e la realtà ci appare confusa.
Dio si fa trovare da chi lo cerca non cuore sincero anche se a tentoni. Gesù non è il custode del giardino ma è il pastore che chiama per nome le sue pecorelle. Esse riconoscono la voce di chi le chiama per nome. È la voce dell’Amato.
Maria si sente chiamata col suo nome, come tutti i grandi amici di Dio, e amata personalmente. Avviene un cambiamento profondo nel cuore di Maria che non solamente conosce Gesù, e gli è riconoscente per quello che ha fatto per lei, ma è chiamata anche a riconoscerlo davanti agli uomini cioè a diventare missionaria del Vangelo presso i fratelli nella fede.
La vicenda di Maria Maddalena ci insegna innanzitutto a non arrenderci davanti alle prove della vita che ci destabilizzano ma ad aprire il cuore nel momento del dolore, non solo per condividere la sofferenza che portiamo dentro o per cercare una spiegazione logica a ciò che è accaduto, ma per ascoltare la voce di Dio che ci chiama per nome perché ci conosce intimamente. Egli ci chiama per rassicurarci nella paura, per ravvivare in noi l’amore verso di lui, e finalmente per comunicarci il suo Spirito attraverso il quale portare a tutti la gioia del vangelo.
La testimonianza della Maddalena, come quella del cristiano che ha incontrato Gesù nella sua vita, non è una fredda cronaca che lascia indifferenti ma è capace di contagiare di speranza coloro ai quali giunge, per mezzo suo, la voce del Maestro.
Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!
Commento a cura di don Pasquale Giordano
La parrocchia Mater Ecclesiae è stata fondata il 2 luglio 1968 dall’Arcivescovo Mons. Giacomo Palombella, che morirà ad Acquaviva delle Fonti, suo paese natale, nel gennaio 1977, ormai dimissionario per superati limiti di età… [Continua sul sito]