don Pasquale Giordano – Commento al Vangelo del 22 Aprile 2021

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Commento a cura di don Pasquale Giordano
FonteMater Ecclesiae Bernalda
La parrocchia Mater Ecclesiae è stata fondata il 2 luglio 1968 dall’Arcivescovo Mons. Giacomo Palombella, che morirà ad Acquaviva delle Fonti, suo paese natale, nel gennaio 1977, ormai dimissionario per superati limiti di età… [Continua sul sito]

Sapersi amati per imparare a vivere 

Dall’ascolto alla visione, dalla visione all’azione: questo sembra essere l’itinerario vocazionale indicato da Gesù ai suoi discepoli. Essi sono chiamati innanzitutto a disporsi nella condizione di lasciarsi istruire da Dio. Prima di ricevere il pane e i pesci, la folla si era seduta sull’erba come gli alunni fanno per ascoltare la lezione del maestro. Quella di Dio è una scuola di vita nella quale l’intelligenza e la volontà, i due pilastri su cui si fonda la libertà personale, sono educate a mettersi al servizio non di sé stessi ma della relazione con gli altri. L’ascolto educa alla visione che raggiunge il suo vertice nella contemplazione, ovvero nell’assumere lo stesso sguardo di Gesù verso il Padre e che Dio verso l’uomo. Lo sguardo di un bambino verso i suoi genitori mentre li ascolta, o quello dell’innamorato verso la sua amata, traducono plasticamente il significato della contemplazione. È un modo di vedere, libero da ogni forma di malizia e avidità, paragonabile all’esperienza che si fa nell’abbandonarsi senza paura alle onde del mare o nell’affidarsi docilmente alle attenzioni di chi si sta prendendo cura di noi. L’ascolto della parola di Dio illumina gli occhi della mente e del cuore per riconoscere Dio e la sua presenza amorosa nella vita e affidarci con umiltà alle sue cure. Dio educa all’amore non per costrizione ma per attrazione. Prima che al senso del dovere la fede ci forma a quello del piacere attraverso la gioiosa esperienza di essere amati gratuitamente e per sempre. Il bene non nasce dal dover essere, ma si declina in opere buone se matura in un cuore che, ascoltando Dio, è attirato dal suo amore. Il sapere di essere amati ci spinge a far conoscere agli altri questa grande verità.

Sulle sponde del lago di Tiberiade Dio ha impartito una lezione a tutti coloro che hanno visto i gesti di Gesù e poi si sono saziati dei pani e dei pesci distribuiti da lui. Gesù sembra porre la domanda a chi lo ascolta e ha visto il segno: hai compreso ciò che è accaduto e il messaggio che Dio ti ha dato? L’esperienza dei padri nel deserto insegna che si può prendere il pane e mangiarlo, e fermarsi lì, salvo poi cercare ancora il modo con cui saziarsi gratuitamente. Questo modo di vivere i sacramenti è un peccato, cioè è uno spreco inutile, perché conduce alla morte e non alla vita. Il peccato non è quello che ci rende indegni di accostarci alla mensa eucaristica, ma è ciò che ci rende impuri se abbiamo ricevuto l’Eucaristia senza il desiderio di crescere nell’intimità con Dio e nella comunione fraterna. Possiamo verificare che stiamo crescendo nella fede e che stiamo camminando sulla via della vita se la grazia che riceviamo l’accogliamo con gratitudine dalle mani di Dio e la trasformiamo in carità che consegniamo nelle mani dei fratelli. 

Signore Gesù, tu che hai imparato l’obbedienza da ciò che hai sofferto, insegnami a mettermi umilmente in ascolto della Parola di Dio soprattutto quando imperversano nel mio cuore i venti burrascosi della paura e del risentimento. Che impari a distinguere tra le lusinghe demoniache che seducono e la bellezza dell’amore vero che attrae. Aiutami a riconoscere la voce di Dio che mi chiama nelle persone concrete che incontro o che mi sono vicine e a rispondere con generosità al suo invito ad amarlo. Attirami a te, dirigi i miei passi, orienta i miei affetti, sostieni e conferma le scelte di servizio sebbene comportino rinunce e sofferenze. Sono certo che solo con Te la lotta quotidiana contro il maligno può avere successo perché, risorgendo, lo hai vinto e mi hai liberato.