Gesù Cristo è il vaccino per guarire dal virus letale del peccato
Mercoledì della II settimana di Pasqua
La pandemia che stiamo vivendo ha colpito il mondo intero senza distinzione di razza, cultura, fede, età o ceto sociale. Tutti siamo accomunati dalla sofferenza fisica, psicologica o psicofisica, ma anche spirituale. Qualcuno, volendo trovare il colpevole ad ogni costo, ha ipotizzato che il virus sia una sorta di condanna divina per il male che gli uomini commettono o addirittura c’è chi ha parlato della punizione divina contro Papa Francesco che, secondo queste voci (estemporanee), è collaboratore di satana (mi pare che anche Gesù è stato accusato di essere il capo dei demoni). Certo è che quando l’uomo, anche il credente, scopre di essere vulnerabile e malato si domanda il perché e come mai Dio, se ci fosse, non intervenga. Gesù a Nicodemo spiega che Dio ama il mondo, non lo condanna. Lo ama così tanto da non inviare maledizioni, ma il Padre ama l’umanità dando per essa suo Figlio, come un medico somministra al malato la terapia per salvargli la vita. Dio ama, non rimanendo al sicuro e comodo, ma esponendosi alla malattia che contagia l’uomo e lo condanna alla morte. La pandemia non è causata dal peccato, ma ci ricorda che il peccato è il virus più letale del coronavirus. Contro questo virus Dio ci offre il vaccino del suo amore attraverso suo Figlio Gesù. Solo l’amore sano di Dio può sanare quello malato dell’uomo, di ogni uomo. Questo vaccino ci è donato col battesimo, ma richiede di essere costantemente richiamato, altrimenti il male può prendere il sopravvento.
Quando si è piccoli, incapaci di scelte consapevoli, si viene aiutati a crescere attraverso l’educazione alimentare, igienica, relazionale, affettiva; tutto questo perché l’uomo impari ad amarsi per poter amare. Come ogni genitore, Dio Padre ci ama, prendendosi cura di noi ed educandoci. Egli non impone la sua volontà, la sua strategia educativa non è coercitiva ma propositiva: egli offre, dona, dà, invia. Il motivo risiede nel suo modo sano di amare.
Credere significa imparare l’arte di amare sé stessi e gli altri come Dio ama l’uomo. Credere significa anche saper giudicare noi stessi. Come esiste un amore sano e uno malato, così c’è un giudizio giusto e uno ingiusto. Il giudizio ingiusto è quello esercitato contro un altro o sé stessi, quello giusto è il giudizio che punta sul bene, che riconosce il male per superarlo e costruire la pace.
Amare le tenebre più della luce significa preferire nascondersi dietro le accuse contro gli altri, piuttosto che riconoscere le proprie mancanze e chiedere aiuto all’altro. La critica aspra, offensiva allusiva, il pettegolezzo, la calunnia sono forme attraverso le quali si diffonde il contagio del virus dell’amore malato, dell’egoismo, della presunzione, dell’individualismo, della vana gloria. Dietro la maschera del censore nascondiamo l’attaccamento alle tenebre interiori del risentimento e del rancore.
L’amore sano, che ha la sua sorgente nel cuore di Dio, è la verità, cioè il punto fermo a cui aggrapparci nei momenti di turbamento, è la luce da cercare e desiderare nella notte della solitudine, è la medicina a cui ricorrere per guarire dal veleno del peccato. Come Dio ci ama e si espone, viene verso di noi, così è necessario esporsi ai raggi benefici del suo amore che splende sul volto radioso del Crocifisso Risorto. È Lui la colonna di fuoco che ci guida nel cammino dell’esodo, Lui la stella del mattino che annuncia l’arrivo del giorno nuovo, Lui la roccia dalla quale sgorga l’acqua nel deserto, Lui Dio che viene a visitarci come il sole che sorge dall’alto.
Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!
Commento a cura di don Pasquale Giordano
La parrocchia Mater Ecclesiae è stata fondata il 2 luglio 1968 dall’Arcivescovo Mons. Giacomo Palombella, che morirà ad Acquaviva delle Fonti, suo paese natale, nel gennaio 1977, ormai dimissionario per superati limiti di età… [Continua sul sito]