Guariti dalla piaga della solitudine – Martedì della IV settimana di Quaresima
Idroterapia
La visione del profeta Ezechiele è una rivelazione con la quale Dio assicura al suo popolo l’assistenza dello Spirito Santo la cui azione è simboleggiata dall’acqua. Il tempio, che all’epoca di Ezechiele fu distrutto insieme alla gran parte della città di Gerusalemme, è l’immagine che veicola la presenza del Signore in mezzo al suo popolo. È Lui la sorgente inesauribile della vita e dell’amore. Dovunque arriva quest’acqua risana e dona vita feconda. Lo Spirito di Dio è come il corso d’acqua che porta perdono e salvezza a chiunque si lascia toccare nella sua miseria dalla Sua misericordia.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 5,1-16
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Gesù si reca in un luogo frequentato dagli emarginati della società ed esclusi dal tempio che sono in attesa di essere guariti. Egli non va lì per caso ma visita quel luogo di sofferenza capovolgendo l’idea sbagliata su Dio per la quale bisogna purificarsi per poterlo incontrare. Dio viene a visitare il suo popolo e a salvarlo. Gesù conosce quell’uomo e quanto lunga sia stata la sua infermità, ma quell’uomo non sa chi sia colui che gli chiede: «Vuoi guarire?».
L’uomo paralitico sembra non comprendere la domanda o dà per scontato la risposta. Per lui la guarigione è come conquistare il premio dopo essere arrivati primi nella corsa. In questa corsa egli è sempre arrivato dopo gli altri. L’uomo è convinto che la guarigione si possa guadagnare se ci fosse qualcuno che lo aiutasse ad arrivare per primo ad immergersi. Nelle sue parole si legge la sofferenza della solitudine. Nonostante siano in molti ad abitare quello spazio la solitudine è la vera piaga perché i malati non si aiutano a vicenda ma ognuno vive per sé facendosi concorrenza, né tantomeno si trova qualche persona sana che sia lì ad aiutare a scendere nella piscina al momento opportuno.
Gesù comanda al paralitico di alzarsi, prendere la sua barella e camminare. La parola di Gesù ha un effetto terapeutico e la guarigione è immediata tant’è che l’uomo riesce ad alzarsi da solo e camminare con le sue gambe. Il malato è innanzitutto guarito nella fiducia. Guarito riesce a fare ciò che gli è stato comandato. La guarigione è un dono gratuito dal peccato che ci blocca e ci rende avversari gli uni degli altri alimentando il complesso di inferiorità e vittimismo.
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A chi gli chiede ragione del suo comportamento che è in palese contraddizione con la legge l’uomo guarito risponde che egli ha obbedito al comando di colui che lo ha guarito. La parola di Gesù guarisce ed essa diventa la legge da seguire. Gesù raccomanda di rimanere nella libertà vivendo il comandamento dell’amore senza del quale si cade nella morte che è una condizione peggiore della paralisi.
Leggi la preghiera del giorno.
Commento a cura di don Pasquale Giordano
Vicario episcopale per l’evangelizzazione e la catechesi e direttore del Centro di Spiritualità biblica a Matera
Fonte – il blog di don Pasquale “Tu hai Parole di vita eterna“