Maria, pellegrina e serva della gioia
Maria, superato il turbamento iniziale dopo l’annuncio dell’angelo, si fa pellegrina e va a trovare l’anziana cugina Elisabetta, anche lei in attesa. Il passo veloce di Maria traduce plasticamente la spinta interiore che la anima: la gioia di essere madre!
La fanciulla di Nazaret non vive la sua maternità in maniera intimistica, ma esce di casa e intraprende un viaggio scomodo per trasmettere la gioia che ha nel cuore in quanto portatrice della parola di Dio. Al suo saluto Giovanni sussulta di gioia nel grembo della madre Elisabetta.
La presenza invisibile di Dio, ma udibile attraverso la voce di Maria, porta la gioia, segno che lo Spirito Santo è all’opera. La gioia del bambino contagia Elisabetta, che fino a quel momento si era tenuta nascosta vivendo in modo riservato e contemplativo la sua maternità.
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Ora il sussulto del figlio nel grembo le rivela che c’è una gioia ancora più grande: Dio è in mezzo a noi! Elisabetta interpreta la gioia che dovrebbe caratterizzarci come cristiani così come Maria lo spirito di servizio se si è abitati da Dio.
La nostra società è spesso attraversata da un cupo pessimismo, dovuto a tristi vicende personali e collettive. Spesso non si intravede la luce in fondo al tunnel. Come credenti, ci facciamo portatori di speranza e ci adoperiamo per rimuovere, nei limiti del possibile, gli ostacoli che provocano sofferenza?
Leggi la preghiera del giorno.
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Commento a cura di don Pasquale Giordano
Vicario episcopale per l’evangelizzazione e la catechesi e direttore del Centro di Spiritualità biblica a Matera
Fonte – il blog di don Pasquale “Tu hai Parole di vita eterna“