don Pasquale Giordano – Commento al Vangelo del 20 Novembre 2021

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Commento a cura di don Pasquale Giordano
FonteMater Ecclesiae Bernalda
La parrocchia Mater Ecclesiae è stata fondata il 2 luglio 1968 dall’Arcivescovo Mons. Giacomo Palombella, che morirà ad Acquaviva delle Fonti, suo paese natale, nel gennaio 1977, ormai dimissionario per superati limiti di età… [Continua sul sito]

I figli di Dio sono seme d’eternità

La risurrezione è una realtà che non si può comprendere teoricamente ma solamente a partire dall’esperienza. Così di Dio non si può parlare in astratto ma solo nell’ambito di una relazione viva. 

La differenza tra Gesù e i suoi interlocutori consiste nell’ampiezza dell’orizzonte mentale e nella profondità dello sguardo sulla vita. I sadducei raccoglievano le loro speranze all’interno dei confini della vita biologica che finisce con la morte, mentre Gesù contempla il mondo che abita come contenuto nell’abbraccio universale del Padre. 

La visione che Gesù ha della vita, e che annuncia nel suo vangelo, è ispirata dal rapporto che ha con il Padre dal quale tutto riceve gratuitamente e al quale tutto si offre con riconoscenza. Questa relazione fa della vita non semplicemente un tempo nel quale prendere e dare qualcosa, produrre, guadagnare, soddisfare, godere, ma è fatta di innumerevoli occasioni per avvicinarsi, ascoltarsi, incontrarsi, prendersi cura, aiutarsi fraternamente, condividere.  

La vita vissuta nell’amore non rimpiange il passato e non teme il futuro ma nel presente sceglie di appartenere non alle cose che passano ma a Colui che ama da sempre e per sempre. I viventi sono quelli che vivono di Dio e per Dio e dopo la morte continuano a vivere in Dio. Essi si lasciano educare dal Signore durante il cammino della loro vita terrena. Anche se nelle difficoltà cedono per la loro fragilità, Dio non li abbandona, ma li risolleva per condurli alla vera pace. 

Ogni volta che, risollevati da Dio, lasciamo a terra quello che ci ha fatto cadere e che intralcia il cammino di vita nuova, tra le pietre bagnate di sudore e di sangue germoglia e fiorisce la risurrezione. Nella visione di Gesù non c’è solamente questa vita e l’altra vita ma in questa vita c’è la vita altra. Figli di Dio sono tali quando spostano il loro baricentro dal proprio io al noi della relazione e considerano gli altri non alla stregua dei beni di consumo da usare ma persone da amare. È giudicato degno della vita futura chi vive il presente da figlio di Dio e non da figlio di questo mondo. Quando il vangelo della carità diventa stile di vita ordinario si pianta nel tempo presente il seme dell’eternità.

Signore Gesù, Vita e Risurrezione, ci ricordi che la morte non è né l’unica né l’ultima parola della nostra vita perché siamo creati non per morire ma per risorgere. La tua Parola, che è Spirito e Vita, trasformi la nostra mente per passare dalla logica del possesso a quella del dono. La tua misericordia ci permetta di fare sempre esperienza di vita risorta preoccupandoci più di crescere nell’amore e nel dono generoso e gratuito di sé piuttosto che accrescere la quantità dei beni materiali che la morte disperde. Fa che morendo al peccato e seppellendo insieme a Te il nostro corpo, come il seme nella terra, possiamo portare frutti di Vita eterna.