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don Pasquale Giordano – Commento al Vangelo del 20 Dicembre 2023

Commento al brano del Vangelo di: Lc 1, 26-38

Maria, matita nelle mani di Dio

Dal libro del profeta Isaìa Is 7,10-14

Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio.

In quei giorni, il Signore parlò ad Àcaz: «Chiedi per te un segno dal Signore, tuo Dio, dal profondo degli inferi oppure dall’alto».

Ma Àcaz rispose: «Non lo chiederò, non voglio tentare il Signore».

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Allora Isaìa disse: «Ascoltate, casa di Davide! Non vi basta stancare gli uomini, perché ora vogliate stancare anche il mio Dio? Pertanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele».

I segni quotidiani dell’amore di Dio

Il re Acaz si trova in una situazione difficile perché è stretto tra la minaccia, rappresentata dai re di Samaria e di Damasco, e il rischio di affidarsi a nazioni che potrebbero speculare sulla sua debolezza.

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La richiesta che Dio fa al re Acaz mette in luce il fatto che il Signore, benché leghi l’attuazione delle sue promesse di consolazione alla fedeltà dell’uomo afflitto da prove, comprende anche che la speranza deve essere sostenuta da prove.

Come nel caso di Acaz, l’uomo può vergognarsi e non chiedere aiuto. Chiedere un segno a Dio non significa estorcere dei favori ma vuole  dire porsi in un atteggiamento di apertura all’opera di Dio. Il linguaggio di Dio adopera i segni che appartengono alla vita di tutti i giorni e che potrebbero passare inosservati.

Essi possono essere decodificati nella misura in cui i criteri di discernimento non si ispirano semplicemente ai principi della ragion pratica ma anche a quelli della sapienza di Dio.  

Dal Vangelo secondo Luca Lc 1,26-38

Ecco, concepirai e darai alla luce un figlio.

Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».

A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».

Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».

Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

Maria, matita nelle mani di Dio

Il racconto dell’evangelista Luca si sposta dalla grande città di Gerusalemme a Nazaret, uno sconosciuto villaggio della Galilea, mai menzionato nella bibbia ebraica. Qui abita Giuseppe, discendente lontano del re Davide, che ha stipulato la ketuvah, cioè una scrittura con la quale ha sposato Maria.

La promessa sposa è ancora nella sua casa paterna in attesa che termini il tempo della prova e possa essere introdotta nella casa del suo sposo. In questo tempo di attesa del compimento della promessa (di matrimonio) accade qualcosa di imprevedibile e sconvolgente.

A Maria viene annunciato il compimento di un’altra promessa: Dio interverrà in prima persona per guidare il popolo di Israele che, a causa della scelleratezza dei suoi capi e dell’ingiustizia diffusa, era come una donna incapace di generare, sola e abbandonata.

Maria è stata scelta come intermediaria di questo progetto perché concepirà e darà alla luce Gesù, il compimento del disegno di salvezza di Dio. Come accadrà tutto questo? L’angelo risponde che lo Spirito Santo scriverà l’icona del volto di Dio nella sua carne e Maria accetta di essere una matita nelle mani di Dio, nonostante il profondo turbamento.

La sua obbedienza consentirà di stipulare la nuova ed eterna alleanza con Israele e l’umanità tutta, un’alleanza non più incisa su pietra ma nella tenera carne di un bambino, nella cui povertà è racchiuso il tesoro di Dio.

Commento a cura di don Pasquale Giordano
Vicario episcopale per l’evangelizzazione e la catechesi e direttore del Centro di Spiritualità biblica a Matera

Fonte – il blog di don Pasquale “Tu hai Parole di vita eterna

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