La fede dirada le tenebre per andare incontro alla Luce che viene
Mentre Gesù è sulla strada per tornare a casa, due ciechi lo seguono invocando pietà. Sembra esserci un’incongruenza nella narrazione: come fanno due ipovedenti a vedere la strada, e ancora, come fanno a seguirlo se sono ciechi?
Questo particolare della narrazione descrive il modo in cui la comunità cristiana (ecco il significato del numero due) vive la sequela a Cristo: cammina sì, ma nel buio della poca fede. È la speranza riposta in Gesù, che non vedono, a dirigere i passi dei due ciechi spingendoli ad entrare in casa sua e ad accostarsi a Lui.
Una cosa, nonostante la loro cecità fisica, hanno visto bene: il loro limite, ma anche quella vita che c’è oltre e che li aspetta come protagonisti. “Credete che io possa fare questo?”. La domanda di Gesù induce a rendere esplicita la fede: sì, i due ciechi confidano in Gesù e nel suo potere di perdonarli, di renderli liberi e consapevoli delle loro scelte di vita.
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Essi credono che Gesù può ridare ai loro occhi la luce e cambiare radicalmente la vita. Aprire gli occhi non significa solo attivare la capacità visiva, ma soprattutto far passare la luce del vangelo nell’ esistenza quotidiana per fare della propria vita un capolavoro. Perché ciò accada, bisogna umilmente lasciarsi toccare da Dio.
La Parola cambia la vita
Lasciarsi toccare da Gesù trasforma profondamente la nostra vita, ma questo richiede un costante e graduale itinerario formativo. È così per noi? Su cosa si fonda il nostro cammino ordinario di crescita nella fede? Quali sono i punti fermi?
Leggi la preghiera del giorno.
Commento a cura di don Pasquale Giordano
Vicario episcopale per l’evangelizzazione e la catechesi e direttore del Centro di Spiritualità biblica a Matera
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Fonte – il blog di don Pasquale “Tu hai Parole di vita eterna“