don Pasquale Giordano – Commento al Vangelo del 18 Dicembre 2019

Tempo del coraggio, allargare il cuore ad accogliere in armonia le proprie e altrui attese

Feria propria del 18 Dicembre

Giuseppe davanti ai segni della gravidanza di Maria sente di dover prendere una decisione, ma è in dubbio su quale orientarsi. Da uomo giusto, qual è, Giuseppe guarda alla legge per ispirare la sua scelta. La Parola di Dio è lampada che illumina il cammino, certo, tuttavia non sempre la ragione si concilia con il cuore. Vorremmo un prontuario che ci dia la soluzione a tutto, ma non esiste, neanche nella Scrittura.

Le decisioni importanti nella vita non devono essere prese a partire da principi e regole esterne, fossero anche quelle “sacre” contenute nella Bibbia. Bisogna portare le questioni, soprattutto quelle più delicate, nella interiorità, lì dove incontriamo il Signore e fare con Lui discernimento. Il sogno non ha nulla di premonitore ma è certamente misterioso perché è lo spazio del nostro mistero più profondo che sfugge alla schematicità rigida della ragione. Lì, nel segreto del cuore, incontriamo il Signore che ci parla.

La parola di Dio, accolta nel cuore, non ci fornisce assicurazioni, ma infonde quel coraggio necessario per fare scelte di amore come. Giuseppe, che avrebbe dovuto di lì a poco portare a compimento il matrimonio prendendo Maria definitivamente in casa sua, è costretto a cambiare punto di vista. Quella gravidanza tanto inaspettata quanto misteriosa, lo ha destabilizzato dai suoi progetti e dalle sue attese. Dio non gli chiede di rinunciare ai suoi desideri, ma di realizzarli in maniera diversa rispetto alle sue attese. Il cambiamento del punto di vista allarga l’orizzonte della propria attesa per abbracciare anche quella degli altri. Giuseppe non accoglie solo la sua donna e il bambino che è in lei, ma accoglie come sue anche le loro attese. C’è una donna che attende lo sposo e il bambino che attende il padre. 

Il coraggio è allargare, senza paura, il cuore ad accogliere anche le attese degli altri e farle convivere in armonia insieme alle proprie. L’opera di Giuseppe non è semplice esecuzione di un ordine ricevuto, ma libera adesione all’invito ad essere protagonista della realizzazione della promessa di Dio all’uomo.

Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!

Commento a cura di don Pasquale Giordano
FonteMater Ecclesiae Bernalda
La parrocchia Mater Ecclesiae è stata fondata il 2 luglio 1968 dall’Arcivescovo Mons. Giacomo Palombella, che morirà ad Acquaviva delle Fonti, suo paese natale, nel gennaio 1977, ormai dimissionario per superati limiti di età… [Continua sul sito]
 

LEGGI IL BRANO DEL VANGELO DI OGGI


Gesù è nato da Maria, sposa di Giuseppe, figlio di Davide.
Dal Vangelo secondo Matteo Mt 1, 18-24 Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa «Dio con noi». Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa. Parola del Signore

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