Commento a cura di don Pasquale Giordano
La parrocchia Mater Ecclesiae è stata fondata il 2 luglio 1968 dall’Arcivescovo Mons. Giacomo Palombella, che morirà ad Acquaviva delle Fonti, suo paese natale, nel gennaio 1977, ormai dimissionario per superati limiti di età… [Continua sul sito]
L’incontro con il Risorto
Lunedì fra l’Ottava di Pasqua
Nel racconto dell’evangelista Matteo l’evento della risurrezione viene vissuto in due modi diversi. Per i soldati, messi a guardia del sepolcro dai capi dei giudei per impedire che i discepoli di Gesù fossero andati di notte a trafugare il suo corpo per poi annunciare che è risorto, si tratta di un fatto straordinario di cui erano stati testimoni oculari. Dall’altra parte le donne avevano visto un angelo ribaltare la pietra del sepolcro. Si era seduto su di essa proclamando la risurrezione di Gesù e inviandole a portare l’annuncio ai discepoli. Sia i soldati che le donne sono testimoni di un evento, ma mentre i primi, per paura di essere puniti corrono a spiegare l’accaduto e per denaro diffondo una menzogna, le seconde mentre sono in cammino per eseguire il comando ricevuto, sperimentano la gioia della Pasqua nell’incontro con Gesù vivo. È Lui che va loro incontro ed esse, avvicinandosi, gli manifestano l’incontenibile gioia abbracciandogli i piedi e adorandolo.
L’incontro di Gesù con le donne non serve per dimostrare loro che l’angelo aveva ragione, ma per confortarle nel loro timore e confermarle nella gioia. A loro è stato affidato l’incarico dell’annuncio di Pasqua ai discepoli ma esse hanno timore di non essere credute. Le parole di Gesù fugano ogni paura e motivano la missione di portare il vangelo a tutti. Esse non racconteranno solo ciò che hanno visto e udito e il loro incontro con il risorto, ma sono messaggere che portano l’invito di Gesù ad andare in Galilea, lì dove tutto era iniziato, per incontrarlo.
L’incontro con Gesù risulta decisivo e fa la differenza tra i testimoni degli eventi. La fede non si riduce a conoscere i fatti accaduti, ma è esperienza del Risorto che si fa strada facendo. Senza la relazione con Gesù, che coinvolge ogni dimensione della persona, è facile cadere nella menzogna, travisare la verità. Potremmo essere profondi conoscitori della dottrina ma ignoranti del cuore di Cristo. I soldati rappresentano coloro che, pur conoscendo il vangelo e praticando un servizio nella Chiesa, si lasciano traviare dall’avidità e con la loro vita “svenduta” diventano contro testimoni della verità. Quante immagini distorte di Dio si diffondono nel mondo attraverso i falsi testimoni della fede.
Impariamo dalle donne a superare ogni timore nell’incontro personale con Gesù. Tanto più intima e affettivamente intensa sarà la relazione con Gesù tanto più gioioso e credibile sarà il nostro annuncio portato non solo attraverso le parole ma soprattutto con la carità.
Signore Gesù, che vieni incontro per consolare la mia paura e confermarmi nella speranza, ti adoro e ti offro l’omaggio del mio affetto più sincero. Tu, che affidi alla mia povera persona l’altissimo compito di portare la tua parola che invita ogni uomo a fare comunione con te, sostienimi nelle mie debolezze, difendimi dalle seduzioni dell’avidità, incoraggiami nei fallimenti. La paura di disattendere le attese degli altri sia vinta dal desiderio di condividere con i miei fratelli la gioia dell’incontro con te. Insegnami a testimoniare la verità non con la pretesa di convincere gli altri delle mie idee ma con la semplicità di chi si lascia trasformare interiormente dalla parola che ascolta, medita e annuncia.