Dai cocci di umanità Dio costruisce il suo capolavoro
Il Vangelo secondo Matteo si apre con l’albero genealogico di Gesù, che inaugura i racconti riguardanti la sua nascita e l’infanzia. La genealogia vuole comunicare che Gesù è il Messia promesso da Dio non solo per il popolo d’Israele ma per ogni uomo, il compimento del disegno di salvezza, a partire da Abramo, nel quale ognuno può riconoscere se stesso in dialogo con Dio.
Alcuni dei nomi citati appartengono a protagonisti di primo piano o a personaggi minori che non brillano per comportamento integerrimo o per “purezza”, ma tuttavia sono quelli attraverso cui la storia, sebbene in maniera tortuosa, approda a Cristo. Basti citare le quattro donne menzionate prima di Maria: Tamar, Raab, Rut e Betzabea, che incarnano tutte situazioni di “irregolarità”.
Dio però sa trasformare i limiti umani in occasione per rilanciare e portare avanti il suo progetto d’amore. Gesù viene nella carne, tatuata dalla storia dell’uomo, è il frutto maturo di quell’albero le cui radici sono piantate nella storia di Israele, paradigma di quella di ogni uomo, che porta in sé come radice la storia.
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Commento a cura di don Pasquale Giordano
Vicario episcopale per l’evangelizzazione e la catechesi e direttore del Centro di Spiritualità biblica a Matera
Fonte – il blog di don Pasquale “Tu hai Parole di vita eterna“