don Pasquale Giordano – Commento al Vangelo del 15 Maggio 2021

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Commento a cura di don Pasquale Giordano
FonteMater Ecclesiae Bernalda
La parrocchia Mater Ecclesiae è stata fondata il 2 luglio 1968 dall’Arcivescovo Mons. Giacomo Palombella, che morirà ad Acquaviva delle Fonti, suo paese natale, nel gennaio 1977, ormai dimissionario per superati limiti di età… [Continua sul sito]

La nuda preghiera 

Alla vigilia della solennità dell’Ascensione di Gesù leggiamo le parole conclusive del lungo discorso di addio. Quello che ai discepoli apparirà in un primo momento una perdita o un abbandono da parte di Gesù, successivamente con la risurrezione si rivelerà chiaramente che la sua morte ha inaugurato il suo e il nostro nuovo cammino, il cammino di vita nuova. Il Padre è inizio e compimento del viaggio di Gesù nel mondo. Egli è venuto nel mondo perché noi potessimo andare con Lui verso il Padre.

La preghiera è il modo di rivolgerci a Dio invocandolo come Padre. Gesù non ci ha insegnato solamente a pregare rivolgendoci al «Padre nostro» ma, resi figli di Dio, insieme a Lui chiediamo il dono dello Spirito Santo che è la «gioia piena». La preghiera dà forma e direzione al cammino della vita andando incontro al Padre. Mentre siamo nel mondo e ci inoltriamo nei suoi sentieri spesso tortuosi, la preghiera è l’unica cosa che ci fa progredire anche se sui nostri cuori cala un velo di tristezza e ci sentiamo soli.

Con la preghiera, nonostante che attorno a noi ci sia il buio, scopriamo dentro di noi una via luminosa, quella dell’amore di Dio, che ci attraversa e che porta il Signore ad abitarci e ad infonderci la luce della fede necessaria per avanzare tra difficoltà e cadute. Nella preghiera viviamo l’ora della morte e risurrezione quando Gesù detta al nostro cuore le parole del Padre che apertamente si mostra a noi come il Dio dell’amore e non del timore.  

Signore Gesù, maestro e compagno di preghiera, tu che hai assicurato la tua prossimità e sostegno soprattutto nell’ora della prova, assistimi e risolleva il mio cuore dallo scoraggiamento. Possa, come Te nel Getsemani e sulla croce, riconoscere dentro di me la voce del Padre che mi chiama e mi guida nel compiere la sua volontà.

Il dolore e la delusione, la tristezza e la rabbia, spengono le parole sulle mie labbra e appesantiscono le braccia che non hanno la forza di innalzarsi per pregare. Sii Tu la voce della mia preghiera, le tue mani alzate sulla croce siano anche le mie aperte per ricevere il tuo perdono e accogliere la supplica dei miei fratelli sofferenti. Pregando mi presento al Padre nudo dei miei meriti ma accompagnato da Te che mi introduci nel suo cuore in festa per ogni figlio che ritorna a Lui.Â