don Pasquale Giordano – Commento al Vangelo del 15 Giugno 2022

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Commento a cura di don Pasquale Giordano
FonteMater Ecclesiae Bernalda
La parrocchia Mater Ecclesiae è stata fondata il 2 luglio 1968 dall’Arcivescovo Mons. Giacomo Palombella, che morirà ad Acquaviva delle Fonti, suo paese natale, nel gennaio 1977, ormai dimissionario per superati limiti di età… [Continua sul sito]

Chi ama non ha bisogno di trucchi 

La pratica della giustizia, perché sia autentica, richiede il coraggio di perdere qualcosa, la discrezione nel farsi incontrare e l’umiltà di mettersi a nudo. In caso contrario il sedicente giusto indossa una maschera sul palcoscenico della vita per assumere il volto di un personaggio sempre diverso secondo il copione che altri gli danno. Dietro la maschera del benefattore, del devoto o dell’uomo pio si nasconde la ricerca della vana gloria, la mania di protagonismo e la dipendenza dal giudizio altrui.

La linea di confine tra l’essere «praticanti della giustizia» ed essere «operatori d’iniquità» passa dal cuore di ciascuno, che Gesù chiama il «segreto», lì dove si decide se esporsi, metterci la faccia e farsi leggere da Dio oppure ostentare apparenza, indossando una maschera per farsi notare dagli uomini. 

Chi nella propria interiorità si lascia incontrare dal Signore e gli si avvicina per esporsi ai raggi benefici della sua Parola, viene contagiato, per così dire, dalla sua discrezione, dalla sua sobrietà e dal senso della misura. La discrezione è propria di chi aiuta l’altro in punta di piedi per rispettare l’altrui dignità. La sobrietà fa risplendere di autenticità e profonda intensità la bellezza della preghiera. Il senso della misura permette di dare il giusto valore alle cose e ordine agli affetti. 

La giustizia non produce meriti ma ci educa ad essere persone che sanno stare nella relazione con gli altri, con sé stessi e con Dio. La ricompensa è la grazia di Dio che ci fa esseri umani e figli di Dio capaci di avere attenzione all’altro nei suoi bisogni, di avere contatto con sé stessi per l’accettazione dei propri limiti e il discernimento di ciò che è essenziale e, infine, per vivere una profonda intimità con Dio, l’unico in grado di amarmi e di cambiarmi il cuore.

Signore Gesù, che nel segreto del tuo cuore accogli la Parola del Padre, insegnami a parlare con Dio non solo con le parole ma soprattutto con le opere di Carità. Tu che hai elogiato la vedova povera per l’offerta di tutto quello che aveva per vivere, donami la sana vergogna dell’ostentazione e del protagonismo e il gusto dei piccoli gesti ordinari di amore al prossimo. Tu che anche sulla croce, rinunciando a salvarti da te stesso, hai mostrato che c’è più gioia nel dare che nel ricevere, fa cadere la maschera dell’ipocrisia perché nella condivisione fraterna dei beni possa mostrare il volto bello della Chiesa umile e provvidente.