Maria, Madre di tutti, Madre per sempre
ASSUNZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA
«Benedetta tu fra le donne perché il bambino che porti in grembo è il Benedetto … Beata te che hai creduto». La Chiesa oggi si unisce all’elogio dell’anziana Elisabetta verso la giovane Maria. È una lode ispirata dallo Spirito Santo che rivela al cuore della moglie di Zaccaria la presenza nascosta del Signore nel grembo della piccola donna di Nazaret. Accennando alla madre che lo aveva concepito e nutrito, Gesù la chiamerà beata perché l’accoglie ascoltando la sua parola e lo fa crescere in se stessa mettendo in pratica il suo insegnamento.
La via della felicità, come un sentiero di montagna, si percorre compiendo sempre il passo dell’ascolto e quello del servizio. I due passi vanno insieme per giungere fino alla meta. Con Gesù giunti alla vetta della montagna, sulla cima più alta della croce, l’ascolto e il servizio non terminano ma diventano comunione dei santi perfetta ed eterna.
L’ascolto è accoglienza dell’amore di Dio che apre la porta del cuore e lo rende ospitale. Maria, rispondendo a Elisabetta, narra cantando la bellezza dell’incontro con Dio che «guarda l’umiltà della sua serva», cioè la contempla con occhi pieni di amore e misericordia. Le parole di Maria dirigono i nostri occhi sui suoi che fissano il cielo e nei quali si riflette l’infinito amore di Dio per l’uomo. Ella quasi sembra dirci di non guardarla come se fosse uno spettacolo a cui assistere, ma di contemplare attraverso di lei la bellezza di suo figlio, Gesù crocifisso e risorto, in cui si compie il destino di felicità che Dio ha riservato a tutte le sue creature umane.
La parola di Dio tocca il cuore nel quale sono dissipate le tenebre della paura, con i suoi ragionamenti devianti, e i pensieri sono ricondotti sui sentieri della speranza per ricordare e riconoscere la fedeltà del Signore. Il braccio di Dio non è steso per condannare e punire ma per tendere la mano e soccorrere sua creatura; così quella dell’uomo è aperta per far cadere ogni pietra da lanciare e riempirla di ogni bene da condividere con i fratelli. Maria dall’alto del cielo, dove è stata portata in anima e in corpo, canta la potenza di Dio che con la forza del suo amore ha innalzato lei come fa con tutti gli umili rendendola bella come una regina e ricolmandola di ogni grazia che dispensa con generosità materna.
Maria è madre benedetta e beata non perché privilegiata a scapito di altri ma perché schierandosi dalla parte dei piccoli ella si è lasciata amare da Dio e rivestire della sua stessa gloria. Non si tratta di una gloria effimera ma della stessa gloria di Dio misericordioso il cui splendore rifulge come il sole. È lo splendore dell’amore eterno e incondizionato come quello che si rivela nel Crocifisso risorto. Si tratta di una bellezza che non accieca, ma consola in mezzo a tante brutture del mondo, e attrae per guidarci nel cammino quotidiano della santità.
L’arca dell’alleanza, segno della presenza di Dio in mezzo al suo popolo, diventa il simbolo per chiamare Maria quale Madre di Dio e Madre nostra. Dio viene incontro all’uomo per essere partecipe delle sue sofferenze affinché tutti i suoi figli possano unirsi alla Sua gloria. Attraverso Gesù Dio si fa prossimo ad ogni uomo per comunargli la risurrezione, la sua vita.
Dio, che si è presentato a Mosè come Colui che c’è, che si coinvolge nelle vicende degli uomini, attraverso Gesù non solo comunica con l’uomo, ma a lui si comunica per entrare in una comunione forte e intima.
Attraverso Maria Dio si è fatto uomo è ha abitato in mezzo a noi, insieme con Maria noi camminiamo ed entriamo nel cielo per abitare il cuore di Dio.
Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!
Commento a cura di don Pasquale Giordano
La parrocchia Mater Ecclesiae è stata fondata il 2 luglio 1968 dall’Arcivescovo Mons. Giacomo Palombella, che morirà ad Acquaviva delle Fonti, suo paese natale, nel gennaio 1977, ormai dimissionario per superati limiti di età… [Continua sul sito]