don Pasquale Giordano – Commento al Vangelo del 14 Novembre 2021

604
Commento a cura di don Pasquale Giordano
FonteMater Ecclesiae Bernalda
La parrocchia Mater Ecclesiae è stata fondata il 2 luglio 1968 dall’Arcivescovo Mons. Giacomo Palombella, che morirà ad Acquaviva delle Fonti, suo paese natale, nel gennaio 1977, ormai dimissionario per superati limiti di età… [Continua sul sito]

Per ogni fine c’è un nuovo inizio

Ci stiamo avvicinando alla conclusione dell’anno liturgico che culminerà con la festa di Cristo Re, Signore dell’universo e la Chiesa propone una riflessione sul tempo, quello che noi viviamo, non solamente tempo di cambiamenti ma tempo per cambiare mentalità e stile di vita. La pagina evangelica e quella del profeta Ezechiele hanno chiaramente il sapore agrodolce del linguaggio apocalittico. Non si tratta di profezie di sventura ma le immagini, certamente di forte impatto emotivo, intendono portare il nostro sguardo oltre l’apparenza e ciò che è destinato a finire.

La nota dominante non è certamente la paura e il tono non è di minaccia, ma al contrario, la profezia apocalittica vuole offrirci uno sguardo sapienziale sulla realtà e alimentare la speranza. Essa risiede nella rivelazione che c’è un dopo oltre il tempo dell’angoscia e il dramma della tribolazione perché il tempo, come quello della gestazione, viaggia verso il suo compimento e lo spazio, come il grembo materno nel parto, si apre alla vita, al nuovo mondo. La Parola di Dio intende offrirci la chiave di lettura del nostro tempo, non per limitarci ad essere degli analisti ed opinionisti, ma per assumere il ruolo da protagonisti perché a noi spetta il compito di decidere dove collocarci, se dentro o fuori questo cambiamento d’epoca. La storia ci consegna la verità che è tale perché è ciò che rimane dopo il crollo delle ideologie e il tramonto delle potenze umane, anche quelle che sembravano intangibili.

Ma è soprattutto la storia narrata dai Vangeli a rivelarci la verità e l’affidabilità della parola di Gesù, che rimane per sempre. Mentre tutto finisce solo la Croce rimane, segno dell’amore di Dio fedele ed eterno. La croce di Cristo, atto di amore di totale oblazione, è l’unica nostra speranza perché essa illumina la via d’uscita dalla fossa che noi stessi ci scaviamo, e nella quale cadiamo, con il peccato. Quanto più in alto e orgogliosamente puntiamo tanto più in basso sprofondiamo portandoci dietro tutti quelli che abbiamo legato a noi nel delirio dell’onnipotenza.

Nella storia Gesù si identifica con i poveri, vittime degli abusi, dei maltrattamenti, della cultura edonistica e materialistica. La parola della Croce rivela che Dio si fa vicino ad ogni uomo e ad ogni donna piagati nel corpo e nello spirito. Il sacrificio di Cristo, offerto una volta per tutte sulla croce, segna la fine di un tipo di culto basato su oblazioni e doni materiali per inaugurare uno spirituale, perché mosso non dalla presunzione di meritare la salvezza o di apparire migliori agli occhi di Dio e degli uomini, ma dallo Spirito Santo.

Egli è l’amore di Dio riversato nei nostri cuori da Gesù sulla croce. Solo questo amore ci cambia, ci fa maturare come persone feconde e portatrici di frutti di pace e gioia. La Parola di Dio è luce ai nostri occhi perché conosciamo la vocazione alla santità a cui siamo destinati. Assimilata, mediante l’ascolto e la meditazione, essa ci trasforma in luce che risplende attraverso le opere di giustizia ispirate dallo Spirito Santo. Avvolti nella notte oscura della tribolazione, sotto un firmamento buio e privo di punti di riferimento di un mondo nel quale gli uomini vagano perché hanno smarrito il senso del loro viaggio, la croce di Cristo brilla come l’astro che nasce dal cielo.

La sua Parola è luce che non tramonta ma annuncia un giorno nuovo, un tempo nel quale i fratelli si stringono la mano e, aiutandosi tra loro, sono luce di consolazione e speranza l’uno per l’altro per continuare insieme il cammino che li conduce alla comunione dei Santi. 

Signore Gesù, amico dei poveri e compagno degli ultimi, donaci il tuo Spirito di sapienza perché tra le vicende della vita, spesso drammatiche, che scuotono le fondamenta delle nostre certezze e mettono in discussione i nostri principi di base, possiamo scoprire che la Croce è l’unica via della salvezza che Tu tracci per noi e sulla quale ci guidi come il buon Pastore fa con il suo gregge. Non ci inviti a percorrerla per espiare i nostri peccati, ma per essere sostenuti lungo tutto il cammino dalla forza del perdono che già ci hai offerto dalla croce e che sempre doni a chi ti accoglie nei Crocifissi, nostri fratelli più piccoli bisognosi di aiuto. Tra le macerie di un mondo ferito da conflitti rendici costruttori di pace e di riconciliazione. Quando calano le tenebre della paura e la ragione è accecata dall’odio fa di noi lampade che, ricolme dell’olio della tua Parola, diffondono la luce della carità. Insegnaci ad essere tessitori di relazione pazienti e delicati nelle nostre famiglie ridotte a brandelli dalla incapacità di comunicare. Riversa abbondante nel cuore la speranza affinché al rantolo del mondo corrotto possa seguire il vagito di una nuova umanità.