don Pasquale Giordano – Commento al Vangelo del 13 Ottobre 2021

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Commento a cura di don Pasquale Giordano
FonteMater Ecclesiae Bernalda
La parrocchia Mater Ecclesiae è stata fondata il 2 luglio 1968 dall’Arcivescovo Mons. Giacomo Palombella, che morirà ad Acquaviva delle Fonti, suo paese natale, nel gennaio 1977, ormai dimissionario per superati limiti di età… [Continua sul sito]

La santità cammina sulle due gambe del servizio a Dio e all’uomo

Con un linguaggio molto duro, Gesù richiama l’ordine giusto della realtà: prima l’uomo e poi la norma. Infatti, se ami ha senso la fedeltà con cui assolvi i precetti della legge; al contrario, senza misericordia la presunta giustizia sarebbe solamente uno sterile formalismo e un inutile esercizio di autoreferenzialità.

Non c’è veramente fede se non si pratica la fraternità e non c’è vera carità senza che essa costruisca una rete di solidarietà tra le persone. Per chi si ferma all’apparenza è facile confondere le buone maniere con la nobiltà d’animo. Certo, il rispetto delle persone passa anche attraverso gesti di buona educazione, ma la cortesia non è sufficiente per affermare la pratica della giustizia. Le parole di Gesù devono indurci a fare un esame di coscienza per poter discernere tra la voglia di ostentazione e di affermazione personale e il testimoniare la propria fede che rende autentica l’obbedienza a Dio se è concreta la cura necessaria verso i poveri.

Se la parola di Dio ci ferisce e ne sentiamo dolore vuol dire che sta toccando il nervo scoperto del nostro orgoglio. Se reagiamo con permalosità vuol dire opponiamo resistenza all’azione della grazia. La conversione, a cui la Parola di Dio vuole condurci, consiste nell’uscire dal cerchio magico nel quale è imprigionato il nostro io, per andare incontro al tu dell’altro, per ascoltarlo cogliendone i suoi bisogni e insieme seguire Cristo che è la via, la verità e la vita.

Signore Gesù, guida sicura nel cammino della vita, parli con franchezza e correggi come fa un padre con i figli che ama. Tu, da pedagogo sapiente quale sei, non fai preferenze e non hai riguardo di alcuno ma sei attento a tutti e ti prendi cura particolarmente dei fratelli più piccoli e indifesi. Il tuo sguardo acuto e pieno di tenerezza converta il mio cuore affinché non spacci ipocritamente per tua volontà ciò che è ambizione personale. Piega la rigidità del mio temperamento che mi induce ad essere inflessibile con gli altri e indulgente con me stesso o con chi mi è amico.  Donami lo spirito di vera contrizione perché il dolore del mio peccato si muti in supplica di perdono.