don Pasquale Giordano – Commento al Vangelo del 13 Giugno 2020

La verità è coerenza tra fede professata e carità praticata

Sant’Antonio di Padova

Il tema del giuramento chiama in causa la verità intesa sia come oggetto di un impegno personale sia la testimonianza di essa davanti agli altri. La verità non è la visione individuale delle cose, un punto di vista o peggio ancora un’opinione, ma è qualcosa realizzato il quale si diventa persone autentiche. La verità si pratica prima di proclamarla e se non c’è consequenzialità tra la proclamazione e la predicazione si è falsi. Quando c’è coerenza tra ciò che si vive e quello che si dice allora si testimonia la verità davanti agli altri, cioè la si indica come un punto di riferimento a cui tutti tendono. La verità, che nel linguaggio biblico è ciò che è a fondamento di tutto, è l’amore di Dio, meglio diremmo Dio amore. Egli è la verità perché è trasparente e coerente. 

Dio mette in gioco sé stesso nel rapporto con l’uomo e conferma la sua parola con azioni che ne rivelano l’affidabilità, la fedeltà e la coerenza. 

Così deve avvenire per l’uomo che è chiamato a far seguire ai proclami a parole scelte conseguenti e fatti coerenti che ne confermano la verità. 

Fare la verità significa confermare con la vita il sì a Dio e il no al peccato. Infatti, non si possono servire due padroni, dice Gesù. La professione di fede fatta a parole deve trovare riscontro nella vita in cui ogni giorno siamo chiamati a fare la scelta di adesione a Dio e rigetto del peccato.

Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!


Commento a cura di don Pasquale Giordano
FonteMater Ecclesiae Bernalda
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