don Pasquale Giordano – Commento al Vangelo del 11 Aprile 2022

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Commento a cura di don Pasquale Giordano
FonteMater Ecclesiae Bernalda
La parrocchia Mater Ecclesiae è stata fondata il 2 luglio 1968 dall’Arcivescovo Mons. Giacomo Palombella, che morirà ad Acquaviva delle Fonti, suo paese natale, nel gennaio 1977, ormai dimissionario per superati limiti di età… [Continua sul sito]

Il profumo della tenerezza 

Mancano appena sei giorni alla Pasqua nella quale Gesù avrebbe offerto sé stesso in sacrificio di soave odore e Maria, sorella di Lazzaro, compie inaspettatamente un gesto dal sapore profetico. Il profumo della tenerezza riempì tutta la casa quasi a voler indicare che l’amore deve diffondersi e coinvolgere tutti. Così è l’atto di amore estremo compiuto da Gesù sulla croce. Il profumo del suo amore deve spandersi in tutto il mondo.

Il gesto è reso più eloquente dal silenzio di Maria e di Gesù che invita alla contemplazione e allo stupore. La tenerezza e la delicatezza sono il linguaggio dell’amore che non ha altro fine che onorare l’altro. Avrebbe potuto versare il profumo sul capo e invece lo versa sui piedi, la parte meno onorevole del corpo. È facile tributare onori ai vincitori e applaudire ai potenti perché, in fin dei conti, speriamo sempre di ricavarne qualche favore.

Maria invece dimostra di amare veramente Gesù non solo in quel contesto di festa, ma soprattutto nel dramma del dolore. Quando tutto sembra inutile perché ogni sforzo di salvare il salvabile si è rivelato vano, solo la tenerezza di una carezza o la delicatezza di un bacio riescono a guarire la disperazione dell’impotenza umana. È proprio attraverso i gesti quotidiani e silenziosi di persone impregnate dello Spirito di Dio che il profumo di Cristo si diffonde e riempie i cuori di chi si lascia amare.

Giuda, rifiutando di lasciarsi amare da Dio, prima di tradire Gesù, ha consegnato sé stesso nelle mani del demonio. Chi ripone in sé stesso le sue speranze diventa vittima dell’invidia al punto di provare disprezzo per la tenerezza e fastidio per la gioia altrui. Un uomo intristito dall’orgoglio e dalla cupidigia è più facilmente portato dal moralismo messo in campo per nascondere la sua ipocrisia. Chi è abituato a speculare per i propri interessi non si fa scrupoli anche di farlo con i poveri. Giuda tradisce Gesù perché, essendo un povero, anzi il più povero tra i poveri, lucrerà sulla sua morte.

Signore Gesù, tu che bussi alla porta del cuore e chiedi di entrare per condividere gioie e dolori di ogni casa, fermati e accomodati anche nella mia. La tua presenza, mediante lo Spirito, susciti in me la premura di servirti come Marta, ispiri la stessa giovialità di Lazzaro, stimoli la tenerezza come quella di Maria. Purifica il mio cuore da ogni forma d’ipocrisia che nasconde dietro inutili critiche moralistiche la ricerca di un utile personale. Possa riconoscerti in ogni uomo e nella sua povertà trovare il motivo per amarlo. La mia casa sia la dimora dell’amicizia nella quale mi insegni a guardare i miei fratelli con gli occhi della compassione affinché possa soffrire per i loro fallimenti e gioire per imitare i loro meriti.