Quando la Carità vince sulla paura l’amore si (ri)genera col perdono
La domanda di Pietro riflette la preoccupazione comune di evitare l’abuso di un bene importante come la pazienza. È come dire che la pazienza ha un limite e che non bisogna abusarne. A volte poniamo dei legittimi paletti per difenderci dall’abuso che gli altri possono fare della nostra benevolenza e disponibilità.
La parabola che Gesù racconta mette in ordine alcune cose. Innanzitutto, relativizza il nostro potere. Noi siamo servi, non padroni, siamo amministratori dei beni, non detentori di un tesoro che non ci appartiene. Come tali non siamo innanzitutto creditori nei confronti di Dio, ma debitori, sempre insolventi. Nei suoi confronti non possiamo rivendicare dei diritti, ma facciamo appello alla bontà di Colui che è ricco di misericordia.
La compassione di Dio supera la supplica del servo che è sciolto dal debito, ma non dal suo dovere di essere buon amministratore. Il perdono è l’occasione che Dio ci offre per amministrare ciò che si è ricevuto, non sfruttandolo per se stessi, ma condividendolo con gli altri.
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I servi della parabola sono accomunati dall’aver contratto un debito, difficile o impossibile da restituire, e dalla preghiera rivolta al creditore. Ciascuno di noi non è mai solo debitore o creditore, ma l’uno e l’altro insieme, siamo debitori a Dio del dono infinto dell’amore e siamo creditori nei confronti degli altri fratelli di qualcosa che però ha un valore infinitamente inferiore a ciò che gratuitamente abbiamo ricevuto.
Il perdono di Dio crea spazi di libertà e di rinascita. Siamo chiamati ad esercitarci nel perdonare e quanto più lo facciamo tanto più ci riusciamo. Infatti, dentro di noi la gioia di essere amati e la felicità con la quale amiamo sono in continua competizione con la paura di essere delusi e la rabbia di essere stati feriti. Quando la gioia di amare supera il dolore del male ricevuto e quando la carità vince sulla paura, nasce il perdono e l’amore si rigenera.
Signore Gesù, Re di giustizia e di pace, insegnami a pregare confidando nella misericordia del Padre, chiedendo che si compia la sua volontà e mettendo la mia vita nelle sue mani. Aiutami a disobbedire alla rabbia e alla paura per mettermi a servizio della logica dell’amore. La gioia di essere amato da Dio vinca sulla paura di essere usato dagli uomini e la compassione prevalga sull’avidità e la falsa giustizia. Donami tempo necessario perché, esercitandomi nel perdono, possa convertirmi al tuo amore e diventare strumento della tua pace.
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Commento a cura di don Pasquale Giordano
La parrocchia Mater Ecclesiae è stata fondata il 2 luglio 1968 dall’Arcivescovo Mons. Giacomo Palombella, che morirà ad Acquaviva delle Fonti, suo paese natale, nel gennaio 1977, ormai dimissionario per superati limiti di età… [Continua sul sito]