don Pasquale Giordano – Commento al Vangelo del 11 Giugno 2020

Gratuita-mente, ovvero la logica e l’azione della Grazia

Venerdì della X settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)

Nella festa di San Barnaba, che con coraggio apostolico fu il primo evangelizzatore dei pagani insieme a Paolo, preghiamo il Signore che il Vangelo di Cristo sia sempre annunciato fedelmente con la parola e con le opere. Come Gesù, gli apostoli non hanno fondato una scuola nella quale istruire i discepoli, ma strada facendo hanno dato al loro cammino di maturazione umana e di fede il significato di «via di comunicazione» del Vangelo. Negli Atti degli Apostoli i primi cristiani vengono chiamati «quelli della Via» riconoscendo nella relazione fraterna il tratto distintivo del nuovo gruppo religioso. Il centro della fede cristiana è il Vangelo il cui cuore è la comunione tra le persone; Evangelizzare significa immettere nelle vie di comunicazione, che Dio stesso apre nel mondo, la forza vivificante del Vangelo.

Dio, che ha aperto una strada di liberazione nel mare e nel deserto per farla attraversare al popolo, traccia vie di comunicazione dove sembra impossibile che possano esserci. Chi è tagliato fuori dalla rete di comunicazione è destinato a perire. La Chiesa è necessariamente missionaria perché, in cammino sulle strade del mondo che Dio le indica e sulle quali lo segue, è chiamata essa stessa ad essere canale di comunicazione che permette al Vangelo di raggiungere le periferie che sono più a rischio di perdersi. 

Il Vangelo non è pura comunicazione verbale senza contatto, né pratica senza incontro, ma è scambio di grazia: «Gratuitamente avete ricevuto gratuitamente date». Se volessimo giocare con le parole diremmo che Gesù indica la logica (la mente) della Grazia quale contenuto e metodo della missione, che unisce in un circolo virtuoso fecondo parola e azione. La Grazia, cioè il dono di Dio, raggiunge l’uomo nella sua infermità, nelle sue mortificazioni, nelle sue umiliazioni e nelle sue schiavitù. Come lo raggiunge? Con uomini poveri di mezzi, deboli, peccatori, insufficienti, feriti, ma che si lasciano consolare, ammaestrare, curare, perdonare, risorgere. 

Questa è appunto la logica della Grazia: la povertà arricchisce, la debolezza rafforza, la morte dona la vita. Assumendo tale logica sperimentiamo la Grazia sanante di Dio e non abbiamo paura di vivere la povertà, la fragilità e la morte stessa, perché la Grazia che agisce fa di tutto questo il principio di una nuova creazione.

Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!


Commento a cura di don Pasquale Giordano
FonteMater Ecclesiae Bernalda
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