don Pasquale Giordano – Commento al Vangelo del 10 Dicembre 2022

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Dio nelle nostre mani

Elia è il prototipo del profeta chiamato da Dio e inviato per ristabilire la giustizia, è il messaggero che gli prepara la strada. Scrutando i segni dei tempi, con parole forti e incisive, si adopera per purificare la fede di Israele dagli idoli e riportarlo nell’alveo dell’alleanza con il Signore.

Tutti i profeti, compreso Giovanni Battista, hanno proseguito la missione di Elia, tenendo desta l’attesa del Messia, spesso con grandi sofferenze perché i loro appelli erano disattesi. Il vero profeta è colui che annuncia con la sua vita, prima ancora che con le parole, il tratto caratteristico del Messia: l’essere servo sofferente, servo nella sofferenza.

La forza del Cristo risiede nell’amore con il quale offre la sua vita a Dio per i peccatori. Chi accoglierà questo Messia sofferente e sconfitto? Solo chi riconoscerà in Lui il Dio compassionevole e misericordioso che non chiede di soffrire, ma soffre e muore con il povero.

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Gesù offre la propria vita nella sofferenza causata dalla irriconoscenza degli uomini nei confronti di Dio. Lui stesso si dona come alleanza nuova ed eterna, non basata più sull’osservanza della legge, ma sulla volontà di Dio di amare l’uomo sempre e comunque. A noi renderci conto di questo dono. Nell’Eucaristia Gesù viene ancora deposto nelle nostre mani perché noi ne mangiamo e diventiamo come Cristo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita.

La Parola cambia la vita

Ancora oggi sono tanti i profeti che con le parole e la vita annunciano la bella notizia dell’amore di Dio. Ogni cristiano è chiamato ad essere profeta di Dio. Cosa significa e comporta oggi l’essere profeti?

Leggi la preghiera del giorno.

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Commento a cura di don Pasquale Giordano
Vicario episcopale per l’evangelizzazione e la catechesi e direttore del Centro di Spiritualità biblica a Matera

Fonte – il blog di don Pasquale “Tu hai Parole di vita eterna