don Pasquale Giordano – Commento al Vangelo del 10 Agosto 2022

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La vita è un dono che si riceve amando, l’amore è un’arte che s’impara servendo 

La Chiesa oggi celebra San Lorenzo, diacono e martire della prima comunità cristiana di Roma. I santi sono stelle che brillano per darci speranza. Essa non è riposta nei beni di questo mondo, ma nel cuore di Dio lì dove è custodita la promessa della vita eterna per noi riservata. Guardando i santi eleviamo lo sguardo verso il cielo perché il nostro desiderio coincida con il sogno di Dio. 

I santi sono l’eco della Parola di Dio e nella loro vita è possibile rintracciare la Sua presenza; Egli ci viene incontro. La visione delle stelle cadenti ci ricorda che la Luce è «caduta» nel mondo. Gesù, parlando di sé e della missione d’amore ricevuta dal Padre, usa l’immagine della luce e del chicco di grano caduto in terra. Come la stella «cade» nel buio e il chicco di frumento «muore» nella terra, così Gesù serve l’uomo offrendo per lui la sua vita. 

La luce di Gesù svela l’illusione di Satana che tenta l’uomo perché ami la sua vita concentrandosi e centrandosi su di sé. Non si ama colui che pensa solo a sé stesso chiudendosi nel suo isolamento. Non si ama colui che si serve degli altri. Amare la propria vita significa farne un dono. Il vivere è un dono che si riceve solamente amando e l’amare è un’arte che s’impara solamente servendo.

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Come la luce che scende dal cielo e come il chicco che dalla mano del seminatore cade nella terra, Dio, facendosi servo per amore, traccia la strada sulla quale seguirlo. 

Al contrario di Satana, che tenta Gesù mostrandogli tutti i regni della terra e promettendo di darglieli in cambio della sottomissione a lui, Dio, come fa con Abramo, invita a guardare il cielo e a contare le stelle, cioè a desiderare in grande. Dio non esige nulla in cambio del dono, ma indica nel servizio generoso e gioioso la strada dell’amore per raggiungere la stella della nostra vita.

Signore Gesù, fa che anche io come Te, chicco di grano caduto in terra, mi lasci trasformare dalla morte ogni volta che l’umiliazione mi educa al vero servizio verso gli umili, l’odio subìto m’insegna ad amare tutti fino alla fine, la povertà mi apre alla fraternità senza confini. Insegnami l’arte di amare facendo della mia vita un dono perché, povero e libero da ogni schiavitù terrena, possa entrare ricco in Cielo.    

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Commento a cura di don Pasquale Giordano
FonteMater Ecclesiae Bernalda
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