ยซFate attenzione, vegliate, che non vi trovi addormentatiยป. Questo รจ lโinvito pressante di Gesรน nel vangelo.
Vivere da โsvegliโ significa vivere in maniera consapevole, sapere che la vita รจ un lento emergere in consapevolezza dallโUnitร per portarci a compimento, e vivere responsabilmente.
ยซร come un uomo, che รจ partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi serviยป (v. 34). Sรฌ, ci รจ stato elargito un potere, la vita stessa della divinitร , lโessenza, la totalitร .
Viviamo come uno nellโUno. Parte della divinitร , del Tutto.
Vivere da addormentati significa procedere da inconsapevoli, da separati, come fossimo due realtร distinte. Scollegati dalla fonte.
ยซLa gente lo cerca lontano, che peccato! Sono come coloro che, immersi nellโacqua, chiedono disperatamente da bereยป (Hakuin Hekaku).
Non si puรฒ disgiungere il danzatore dalla danza, la linea tracciata col gesso dal gesso, lโonda dal mare.
ยซIn lui viviamo, ci muoviamo ed esistiamoยป (At, 17, 28).
Vegliare รจ tenere gli occhi aperti, come le civette che con i loro grandi occhi vedono chiaramente anche nella notte. ร questa la vigilanza cui ci richiama il Vangelo: vedere nella notte ciรฒ che altri non vedono. Scorgere una Presenza anche laddove tutto pare avvolto dal buio, un significato dove tutto pare non senso, un bene anche dove tutto pare inimicizia e odio. E tutto questo senza sforzo, senza impegno volontaristico. Semplicemente come naturale conseguenza dellโessere danzatori di una danza infinita che ci porta, ma consapevoli.
A questo punto il divino non sarร piรน lโoggetto esterno a noi cui ricorrere in determinati momenti di bisogno, ma il piรน profondo di noi stessi, che ci costituisce, di cui siamo parte.
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Ci muoviamo giร nellโoceano infinito, ne partecipiamo. Dobbiamo solo mollare la presa, non avere piรน attaccamenti per poterne godere appieno, consapevoli che alla fine โvince chi mollaโ.