don Paolo Squizzato โ€“ Commento al Vangelo del 27 Febbraio 2022

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ยซOgni albero si riconosce dal suo fruttoยป (v. 44).
ยซLo chiederemo agli alberi / Come restare immobili / Fra temporali e fulmini / Invincibili.
Risponderanno gli alberi / Che le radici sono qui. / E i loro rami danzano / Allโ€™unisono verso un cielo bluยป (Simone Cristicchi).
Occorre vivere come le radici degli alberi, avendo lโ€™ardire di riposare nella solitudine, nel silenzio e nel buio della propria terra interiore. E lรฌ stare. Radicati.

Ma noi facilmente viviamo s-radicati; ci manca questo contatto silenzioso con noi stessi, con la nostra interioritร , la vita insomma: โ€œdovโ€™รจ la vita che abbiamo perduta vivendo?โ€ domanda T.S. Eliot.
Ed รจ bellissimo che il vangelo di oggi elogi la feconditร  indipendentemente dal tipo di albero di cui รจ espressione. Non รจ esclusiva dellโ€™essere religioso, credente, cristiano il dare โ€˜frutti buoniโ€™. Ciรฒ che conta รจ il frutto, รจ il bene, lโ€™amore seminato, la vita condivisa. La cura. E questo basta per asserire che quellโ€™albero รจ buono!

Una coppia irregolare, un amore โ€˜diversoโ€™, un senza Dio o un fedele di un altro Credo, cesseranno cosรฌ di essere โ€˜alberi cattiviโ€™ alla prova dei fatti, per quellโ€™amore che sapranno donare e donarsi, e se questo amore sarร  capace di trasformare, rendere piรน bella e far sbocciare una vita, significherร  che quellโ€™albero da cui lโ€™amore รจ scaturito รจ senzโ€™altro buono, con radici profonde che attingo al cuore stesso di Dio.

Ma occorre stare attenti, perchรฉ puรฒ accadere il contrario, ossia ritenersi alberi buoni solo perchรฉ appartenenti alla foresta della consuetudine religiosa, cresciuti al sole delle pie pratiche di pietร , per poi scoprirsi elargitori di frutti acerbi, cattivi e velenosi. Allora si aprirร  gli occhi sulla propria veritร , ritrovandosi magari a sera fatti solo di spine e rovi.

Ma questo potrebbe ancora rivelarsi una benedizione: se prendiamo coscienza dโ€™essere fatti di spine, possiamo ancora essere posti come corona in testa al Cristo crocifisso (cfr. Mt 15, 17), realizzando cosรฌ il detto di Isaia: ยซSarai una magnifica corona nella mano del Signore, un diadema regale nella palma del tuo Dioยป (Is 62, 3). Ed essere cosรฌ guariti dalla nostra presunzione, ritrovandoci nellโ€™abbraccio di un amore che tutto copre (1Cor 13, 7) e lasciandoci accarezzare da una misericordia che rigenera e manda avanti la vita.

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AUTORE: don Paolo SquizzatoFONTECANALE YOUTUBE