don Paolo Squizzato โ€“ Commento al Vangelo del 12 Febbraio 2023

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ยซNon crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimentoยป.
Gesรน porta a compimento la religione antica dei suoi padri.

Ha creduto, come ogni ebreo, che il giudaismo fosse โ€˜via, veritร  e vitaโ€™. Ma col tempo imparerร  a riconosce i limiti di un sistema che separa i giudei dai non-giudei, che ritiene che il proprio Dio sia lโ€™unico e vero; e che per farne esperienza occorra passare attraverso la mediazione dei profeti, e quindi dei sacerdoti, di un tempio, della religione stessa insomma.
Sarร  col battesimo che Gesรน compirร  un vero e proprio passaggio di soglia: dal grembo della religione allโ€™esperienza im-mediata di Dio. Deflagrazione della consapevolezza: scopre dโ€™essere figlio.

Non piรน mediazione dunque: religione come via, veritร  e vita, ma โ€˜Io e il Padre siamo Unoโ€™. Per questo potrร  finalmente affermare: โ€˜Io sono la via, la veritร  e la vita, in quanto io sono nel Padre e il Padre รจ in me.โ€™ Non cโ€™รจ piรน unโ€™istanza mediatrice esterna che mi dica cosa fare o non fare, cosa รจ lecito o illecito. Ora posso decidere โ€“ in coscienza โ€“ in ogni istante cosa fare o non fare; sono libero dal passato, e libero per il futuro. Sono uno col Padre che รจ Uno.

Ma la cosa straordinaria รจ che questa esperienza di essere nellโ€™Uno, la possiamo fare tutti! Questa รจ la libertร  dellโ€™essere umano: tutti possiamo dire โ€˜Io sono la via, la veritร  e la vitaโ€™, in quanto partecipiamo della medesima natura divina: ยซChi si unisce al Signore forma con lui un solo Spiritoโ€™ (1Cor 6, 17). Impastato di divino, posso agire โ€˜da Dioโ€™, senza lโ€™ausilio di mediazioni esterne vendute come โ€˜volontร  di Dioโ€™, a patto che mi distacchi da ciรฒ che impedisce alla mia natura autentica โ€“ quella divina appunto โ€“ di esprimersi, ossia dal โ€˜mioโ€™ e dallโ€™โ€™ioโ€™.

ยซIl vostro parlare sia โ€œSรฌ, sรฌโ€, โ€œNo, noโ€; il di piรน viene dal Malignoยป (v. 37).
Presa consapevolezza di essere uno nellโ€™Uno, una cosa sola col divino, allora divengo cosciente che di ciรฒ che accadrร  nella vita nulla sarร  fuori da questa realtร .

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Arnaud Desjardins rilegge il v. 37 cosรฌ: โ€˜dite: ciรฒ che รจ รจ, e ciรฒ che non รจ non รจ. Il resto viene dal mentaleโ€™.
Insomma, la questione รจ stare con ciรฒ che รจ, con la vita nella sua interezza, luminosa o tenebrosa che sia, riconoscere quello che รจ.
โ€˜Non quello che dovrebbe essere, ma quello che รจโ€™ (Swami Prajnanpad).

Ciรฒ che ci fa soffrire รจ il mentale che si sovrappone alla realtร : โ€˜dovrebbe essere cosรฌ, o cosร โ€™. โ€˜Non posso accettare quanto sta accadendoโ€™.
No, il mentale รจ il maligno che sovrapponendosi alla realtร  porta a rifiutare quello che รจ, e a vivere di emozioni. E di sogni. Ma anche di rabbia e frustrazioni. Questo non significa tollerare, o peggio, subire. Ma fare i conti con la realtร  al netto del mentale, e agire di conseguenza, migliorando la situazione laddove sarร  possibile.

Per gentile concessione di don Paolo Squizzato

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