Nellโepisodio denominato delle โtentazioniโ, a Gesรน viene chiesto: โvuoi essere felice?โ e al contempo gli viene indicata la via per esserlo: โfaโ questo e lo saraiโ.
Il โdiavoloโ dovrebbe imparare che โla felicitร รจ una direzione, non un luogoโ (Sydney Harris).
La felicitร (Gesรน preferiva parlare di beatitudine) รจ sempre lโeffetto collaterale di un cammino sul sentiero del bene. Si puรฒ essere felici solo come conseguenza, retrogusto di un โmodus vivendiโ buono.
Ecco perchรฉ Gesรน rifiuta la โvia direttissimaโ sulla parete nord della felicitร , prospettatagli dal diavolo. Troppo rischiosa. La vita รจ complessa, e la sua bellezza risiede proprio in questa complessitร . Non si danno scorciatoie per il compimento del cuore. La strada va percorsa tutta, con le sue fatiche, le cadute, i fallimenti, i limiti accogliendo, passo dopo passo, ciรฒ che lei, la vita, e solo lei, ha deciso per noi. Non si danno vie di fuga per la felicitร , altrimenti rischieremmo di pensare che questa consista nella semplice assenza di problemi e dโostacoli.
La felicitร , o meglio la beatitudine โ insomma โ ci verrร incontro quando smetteremo di cercarla. Magari impegnandoci a favorire quella degli altri. Sempre nella consapevolezza che il bene dellโaltro, il vivere relazioni sane, e la pace son qualcosa di affermabile solo a caro prezzo, e con tempi molto lunghi; quelli dellโamore.
Per gentile concessione di don Paolo Scquizzato
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