Esiste un Io al di lร dellโego. Un โessereโ che non coincide con la nostra identitร .
Siamo โaltroโ dal fare e lโavere. Siamo il Sรฉ autentico, testimone di ciรฒ che facciamo e possediamo. E questo il vangelo lo chiama โregno di Dioโ, il โtesoro nascostoโ, la โperla di grande valoreโ.
Per ignoranza e superficialitร โ come un grande inganno โ mโilludo che la mia identitร sia la mia essenza. Mโilludo dโessere il mio corpo, i miei pensieri, le mie passioni, i miei sentimenti.
Io-sono-la-Vita che si serve di tutte queste cose come strumento, e quando tutto ciรฒ, per un motivo o per lโaltro, sfumerร , ciรฒ che rimarrร sarร semplicemente la Vita che sono. La mia essenza appunto.
E proprio a questo nucleo incandescente, lโunica cosa che conta veramente, che Gesรน invita a guardare, dedicare tempo, energia, attenzione.
Occorrerร dunque โvendere tutti i proprio averiโ per godere di questo โtesoro nascostoโ. Fuori di metafora, occorre liberarsi dalle illusioni dellโego, svegliarsi dal sonno che cโillude che ciรฒ che conta รจ in realtร lโimpermanenza di cui ogni cosa รจ segnata. Staccarsi dagli attaccamenti al quel โvaporeโ che ora cโรจ, ma fra un attimo non รจ piรน, ma che pensiamo sia la roccia su cui ogni cosa possa edificarsi.
Questo tesoro รจ sotto terra, dice il vangelo. ร nascosto, avvolto dal buio e dal silenzio. Occorre compiere un viaggio verso lโinterioritร per farne esperienza. Un viaggio spirituale.
ยซNon andare fuori, rientra in te stesso: รจ nel profondo dellโuomo che risiede la veritร ยป, dice Agostino, e piรน tardi Meister Eckhart: ยซChi vuole penetrare nel fondo di Dio, in ciรฒ che ha di piรน intimo, deve prima penetrare nel suo fondo proprio, in ciรฒ che esso ha di piรน intimo. In effetti nessuno puรฒ conoscere Dio, se prima non conosce sรฉ stessoยป.
Prima si vende e poi si compra dice il testo.
Non si acquisisce Vita se prima non la si รจ donata, ossia non vi รจ Vita senza distacco, e vittoria sul mio e sullโio. Vita senza morte del piccolo sรฉ.
Fattane esperienza, si vivrร finalmente la beatitudine.
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ยซChe ci si sciolga dalla vanitร dellโego, questa รจ la suprema felicitร ยป (Canone Buddhista).
Per gentile concessione di don Paolo Scquizzato