Siamo ciechi, perchรฉ presumiamo di vederci benissimo.
Presumiamo che ciรฒ che i nostri occhi sensibili attestano, sia tutta la realtร .
Ma non รจ cosรฌ. Ce lo ricorda il famoso aforisma di Saint-Exupรฉrie: โLโessenziale โ ciรฒ che veramente conta โ รจ invisibile agli occhiโ. Sta da unโaltra parte. La vita sta da unโaltra parte.
Ecco perchรฉ le grandi tradizioni spirituali parlano di un โterzo occhioโ, ossia di una possibilitร altra di rapportarsi col mondo, con la realtร , con gli altri. Per il Taoismo esistono addirittura ottantuno livelli diversi di sguardi sulla realtร . E paradossalmente, i veri saggi, gli illuminati e i lungimiranti nellโantichitร erano spesso ciechi.
Occorre chiudere gli occhi sul mondo per cominciare a percepirlo nella sua veritร .
Chiudere con i nostri sensi superficiali, le nostre sensazioni, i nostri giudizi egoici: mi piace-non mi piace, mi รจ favorevole-mi รจ contro, giusto-sbagliato, bene-maleโฆ
Il primo passo da fare non sarร dunque quello dโimporsi di โcambiareโ la realtร a tutti i costi, ma guardarla piuttosto con occhi diversi per giungere a viverla con un atteggiamento altro.
Qui potrร cominciare un autentico cammino di fede. Vivere la vita con fede vuol dire infatti sapere che il male di cui si รจ spettatori e vittime non รจ lโultima parola ma solo la penultima; che non occorre opporsi al malvagio, ma piuttosto rispondergli facendo il bene (cfr. Mt 5, 39); che alla tenebra โ il male โ non va fatta violenza per disintegrarla, ma รจ sufficiente avvolgerla col bene, con la luce e quella si dissolverร . Vivere con fede significa guardare il mondo come sotto il segno della croce, ossia amato da Dio e quindi giร salvato, destinato a un porto di bene.
Cominceremo un cammino di illuminazione quando riconosceremo di essere ciechi, quando prenderemo coscienza di essere ammorbati da una mentalitร omicida e suicida, incentrata cioรจ sul potere, sullโavere e sul successo.
Saremo illuminati quando anche noi come Bartimeo cominceremo a gridare la nostra malattia esistenziale, quella che ci ha relegati paralizzati ai bordi della strada dellโesistenza. Quando scopriamo che solo nella nostra povertร e nel nostro peccato possiamo fare esperienza della salvezza, e che solo perchรฉ tenebra possiamo essere raggiunti dalla Luce scoprendoci finalmente figli amati e donne e uomini illuminati.
Per gentile concessione di don Paolo Scquizzato
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