ยซOgni albero si riconosce dal suo fruttoยป (v. 44).
Occorre vivere come le radici degli alberi, avendo lโardire di riposare nella solitudine, nel silenzio e nel buio della propria terra interiore. E lรฌ stare. Radicati.
Troppo spesso viviamo da sradicati. Ci manca il contatto silenzioso con noi stessi, con la nostra interioritร e profonditร , trovandoci alla fine soli e infecondi. โDovโรจ la vita che abbiamo perduta vivendo?โ si domanda T.S. Eliot.
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โNon vi รจ albero cattivo che produca un frutto buonoโ ci ricorda il vangelo di oggi.
Non รจ esclusiva dellโessere religioso, credente, magari cristiano di dare โfrutti buoniโ. Ciรฒ che conta รจ il frutto, รจ il bene seminato, lโamore donato, la vita condivisa, la cura prestata. E ciรฒ รจ sufficiente per mostrare che lโalbero da cui proviene รจ esso stesso buono.
Una coppia irregolare, chi vive un amore โdiversoโ, un senza dio, il seguace di una tradizione spirituale che non sia quella cristiana cesseranno dโessere agli occhi di alcuni pseudo-religiosi, โalberi cattiviโ alla prova dei fatti, proprio per quellโamore che sanno donare e donarsi; e se questo amore sarร capace di trasformare, fecondare una vita, significherร che lโalbero da cui quel bene รจ scaturito, รจ di per sรฉ buono, senza se e senza ma, con radici talmente profonde dโattingere direttamente al cuore stesso del Mistero insondabile.
Ma occorre stare attenti, perchรฉ puรฒ accadere il contrario, ossia ritenersi alberi buoni solo perchรฉ appartenenti al sottobosco della consuetudine religiosa, cresciuti allโombra delle pie pratiche di pietร , e dellโosservanza di sterili precetti, per poi scoprirsi dispensatori di frutti acerbi, cattivi e velenosi. E magari, alla fine della vita, ritrovarsi fatti solo di spine e rovi (cfr. v.44).
Ma questo potrebbe comunque rivelarsi una benedizione: se prendessimo veramente coscienza dโessere fatti di spine, potremmo ancora essere posti come corona in testa al Cristo crocifisso (cfr. Mt 15, 17), realizzando cosรฌ il detto di Isaia: ยซSarai una magnifica corona nella mano del Signore, un diadema regale nella palma del tuo Dioยป (Is 62, 3). Ed essere finalmente guariti dalla nostra presunzione, ritrovandoci nellโabbraccio di un Amore che tutto copre (1Cor 13, 7) e lasciandosi accarezzare da una misericordia che rigenera e manda avanti la vita.
Per gentile concessione di don Paolo Scquizzato
FONTE – CANALE YOUTUBE – FACEBOOK
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