Mi capita spesso di ascoltare madri โ in realtร piรน nonne โ preoccupate le prime, angosciate le seconde โ lamentarsi riguardo figli e nipoti lontani ormai dalla pratica religiosa, disertando Messe domenicale e snobbando serenamente sacramenti e addentellati.
Poche volte invece mโรจ capitato dโascoltare le medesime madri e nonne domandarsi quale possa essere lโonestร profusa da figli e nipoti nei luoghi di lavoro, lo stile assunto nella convivenza civile; se il patrimonio accumulato sia solo per il proprio arricchimento personale, o piuttosto mezzo di condivisione per creare nuova ricchezza a beneficio di tutti; se le banche da loro scelte siano colluse o meno col commercio di armi, o se alle prossime elezioni appoggeranno partiti razzisti e xenofobi perchรฉ stanchi di orde dโimmigrati immaginati causa dei molti crimini di questo nostro paeseโฆ.
Perchรฉ tanta angoscia se le โnuove generazioniโ non si nutrono piรน alla mensa eucaristica del โcorpo e sangue di nostro Signoreโ nascosto in unโostia, e cosรฌ poca โattenzioneโ nel vedere โla carne e il sangueโ agonizzante e straziata in luoghi di guerra, in infernali centri di accoglienza, nelle carceri sovraffollate, nei bambini abusati, nelle donne maltrattate, negli psichiatrici dimenticati, negli operai derubati, nei precari maltrattatiโฆ
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Ecco cosa Gesรน intendeva col dire โChi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eternaโ: entrare in una relazione viva con lui attraverso ogni relazione che possiamo vivere nel nostro quotidiano: toccare, guardare, curarsi della โcarne e del sangueโ di tutti i poveri cristi con cui egli stesso ha voluto identificarsi, perchรฉ ancora una volta dagli altari delle nostre chiese egli continua a gridarci che ยซtutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli piรน piccoli, lโavete fatto a meยป (Mt 25, 40).
Qui si verifica in ultima analisi la possibilitร di vivere questa nostra breve vita in maniera eterna, ossia piena e realizzata.
Per gentile concessione di don Paolo Scquizzato
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