Alcuni chiedono di ‘poter vedere Gesù’. Il vangelo su questo è chiaro: Gesù lo s’incontra laddove si ama: «Quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me» (Mt 25, 40).
D’altra parte si sa, Dio non è un sostantivo da credere ma un verbo da viversi.
Cosa vuol dire amare? Uscire dall’inganno dell’ego. L’incentramento sul proprio io è un’implosione, un corto circuito; l’essere presente all’altro è di contro edificazione del Sé autentico, della nostra Natura autentica. L’attaccamento al piccolo sé è mortifero: «chi ama la propria vita la perde» (v. 27).
- Pubblicità -
Mentre siamo la vita che doniamo.
Ed è in questo vivificare gli altri che si dà ‘gloria a Dio’, in quanto l’unica gloria che appartiene a Dio è ‘l’uomo vivente’ come ci ricorda sant’Ireneo.
È amando i fratelli che il ‘nome di Dio viene santificato’. Infatti col dire “Sia santificato il tuo nome”, nel Padre Nostro c’impegniamo nella cura dell’altro, perché il vero nome di Dio sono le sue creature. Quando infanghiamo il nome degli uomini e delle donne quando non diamo loro dignità – o peggio ancora quando gliela togliamo – il nome di Dio viene bestemmiato.
- Pubblicità -
Dire “Sia santificato il tuo nome” significherà dunque: “che i tuoi figli grazie a me comincino a vivere di più”.
Non solo. Il brano di oggi ci ricorda che vivendo il principio dell’amore, nelle nostre comuni circostanze di vita, il “principe di questo mondo” sarà gettato fuori. E questo principe – attenti – non è il demonio, ma quel nostro stile di vita improntato sulla logica del potere, dell’arrivismo, della cattiveria, della prevaricazione, dell’egoismo. Laddove si vive l’amore, questa cappa mortale verrà dissolta. Più luce immettiamo nelle nostre relazioni, più il potere del male arretrerà e la tenebra conoscerà la sconfitta.
Aveva ragione Dostoevskij, sarà la bellezza a salvare il mondo, e la bellezza altro non è che l’amore manifestato. Infatti Gesù dice: “Quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me”. La croce è l’evento bello per antonomasia, perché rivelazione dell’amore più grande.
La bellezza attira, affascina, trascina. Non saranno mai le prediche e uno sterile moralismo a trasformare il mondo e nutrire le coscienze, ma l’amore autentico, capace di andare fino alla fine.
Per gentile concessione di don Paolo Scquizzato