Tutto รจ trasformazione. Questa รจ la legge della vita: il seme diventa pianta, il bruco farfalla, lโenergia materia. Tutto รจ โimpermanenzaโ, tutto muta, diviene, si trasfigura. E per questo tutto รจ vita.
Morte รจ la stasi, la consuetudine, la conservazione, lโimmobilitร , il vivere di sogni riguardo al passato o al futuro.
โMuori e diventaโ ci ricorda Goethe. Muori al tuo piccolo io e sperimenterai il Mistero indicibile che matura in te. E dagli credito, lascialo agire, lascia che si apra in te e ti porti a compimento.
Il Vangelo di oggi ci riconcilia con i nostri fallimenti e i nostri naufragi esistenziali.
Vivere fino in fondo il dolore e il fallimento, le nostre morti quotidiane puรฒ essere premessa perchรฉ si riveli qualcosa di nuovo. Spesso รจ il medesimo veleno maligno che ci ha feriti a morte a rivelarsi lโantidoto migliore per la guarigione.
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La cura del dolore sta nel dolore.
Gesรน molte volte invita a riconoscere nel naufragio della propria vita non tanto la fine e la sconfitta, ma unโopportunitร di vita nuova. Gesรน รจ lโuomo fallito che accogliendo sino in fondo la realtร in un abbandono totale, ha sperimentato il cominciamento di una vita nuova e per sempre.
Nessuno ama naufragare, si sa, ma spesso proprio ciรฒ si rivela come possibilitร di approdare in terre sconosciute e lรฌ ricominciare una vita nuova. Sperimentare che la propria vita va in frantumi puรฒ rivelarsi una grazia, quando a sfasciarsi sono i sogni su cui abbiamo costruito la vita, oppure i desideri e le attese che gli altri hanno riversato su di noi.
Dopo essere andati a pezzi, non si tratta di ricomporre i cocci per tornare a come sโera prima; piuttosto ad approfittare della situazione in modo che rimettendo insieme i pezzi possa nascere qualcosa dโinedito, di altro, dโinaudito, e magari di bellissimo. E che non avremmo mai potuto immaginare.
La crisi, ciascuna crisi sarร sempre dunque un atto โgraziosoโ, trasfigurazione dellโesistente e manifestazione di una bellezza collaterale inimmaginabile. Basta un atto di fiducia.
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La croce ha rappresentato la frantumazione nei discepoli dellโimmagine che si erano creati su Gesรน, su Cristo e su Dio. Tutto difronte a quel legno รจ crollato. Gesรน stesso ha โmollato la presaโ: i chiodi conficcati nei polsi gli hanno permesso di aprire la mano in un abbandono totale, per poi sentirsela afferrare finalmente da un amore fedele ed essere cosรฌ riportato a casa e questa volta per sempre.
Per gentile concessione di don Paolo Scquizzato
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