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don Paolo Scquizzato – Commento al Vangelo del 16 Marzo 2025

Domenica 16 Marzo 2025 - II DOMENICA DI QUARESIMA - ANNO C
Commento al brano del Vangelo di: Lc 9,28b-36

Tutto รจ trasformazione. Questa รจ la legge della vita: il seme diventa pianta, il bruco farfalla, lโ€˜energia materia. Tutto รจ โ€˜impermanenzaโ€™, tutto muta, diviene, si trasfigura. E per questo tutto รจ vita.

Morte รจ la stasi, la consuetudine, la conservazione, lโ€™immobilitร , il vivere di sogni riguardo al passato o al futuro.

โ€œMuori e diventaโ€ ci ricorda Goethe. Muori al tuo piccolo io e sperimenterai il Mistero indicibile che matura in te. E dagli credito, lascialo agire, lascia che si apra in te e ti porti a compimento.

Il Vangelo di oggi ci riconcilia con i nostri fallimenti e i nostri naufragi esistenziali.

Vivere fino in fondo il dolore e il fallimento, le nostre morti quotidiane puรฒ essere premessa perchรฉ si riveli qualcosa di nuovo. Spesso รจ il medesimo veleno maligno che ci ha feriti a morte a rivelarsi lโ€™antidoto migliore per la guarigione.

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La cura del dolore sta nel dolore.

Gesรน molte volte invita a riconoscere nel naufragio della propria vita non tanto la fine e la sconfitta, ma unโ€™opportunitร  di vita nuova. Gesรน รจ lโ€™uomo fallito che accogliendo sino in fondo la realtร  in un abbandono totale, ha sperimentato il cominciamento di una vita nuova e per sempre.

Nessuno ama naufragare, si sa, ma spesso proprio ciรฒ si rivela come possibilitร  di approdare in terre sconosciute e lรฌ ricominciare una vita nuova. Sperimentare che la propria vita va in frantumi puรฒ rivelarsi una grazia, quando a sfasciarsi sono i sogni su cui abbiamo costruito la vita, oppure i desideri e le attese che gli altri hanno riversato su di noi.

Dopo essere andati a pezzi, non si tratta di ricomporre i cocci per tornare a come sโ€™era prima; piuttosto ad approfittare della situazione in modo che rimettendo insieme i pezzi possa nascere qualcosa dโ€™inedito, di altro, dโ€™inaudito, e magari di bellissimo. E che non avremmo mai potuto immaginare.

La crisi, ciascuna crisi sarร  sempre dunque un atto โ€˜graziosoโ€™, trasfigurazione dellโ€™esistente e manifestazione di una bellezza collaterale inimmaginabile. Basta un atto di fiducia.

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La croce ha rappresentato la frantumazione nei discepoli dellโ€™immagine che si erano creati su Gesรน, su Cristo e su Dio. Tutto difronte a quel legno รจ crollato. Gesรน stesso ha โ€˜mollato la presaโ€™: i chiodi conficcati nei polsi gli hanno permesso di aprire la mano in un abbandono totale, per poi sentirsela afferrare finalmente da un amore fedele ed essere cosรฌ riportato a casa e questa volta per sempre.

Per gentile concessione di don Paolo Scquizzato

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