Nel Tempio di Gerusalemme, luogo preposto allโunione con Dio, occorreva pagare una tassa per poterci entrare, attenendosi cosรฌ al โdo ut desโ commerciale di ogni religione: โio ti do e tu mi daiโ.
A capo della casta religiosa al tempo di Gesรน โ dedita a โcantare i salmi e contare i soldiโ โ vi erano gli scribi, da Gesรน definiti, senza mezzi termini, ipocriti โ ossia teatranti -, guide cieche, scriteriati, sepolcri imbiancati e razza di vipere. Rappresentanti dellโestablishment religioso, fungevano da โguardiani del tempioโ, arrogandosi il diritto di stabilire chi dovesse starne fuori o dentro.
Gesรน fa saltare questa logica commerciale propria di una religione malata. Lโessere umano non deve pagare nulla per entrare in rapporto col Mistero: โLa grazia รจ senza sforzoโ dirร Simone Weil.
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Tutto รจ giร dato. Stiamo giร partecipando alla vita divina, occorre solo prenderne coscienza. Nelle cose dello Spirito non cโรจ un dentro o un fuori, ma piuttosto un โemergerneโ in quanto giร partecipi di quel medesimo Spirito.
Gesรน non ha mai detto di dover morire per un dio, ma solo al proprio io (cfr. Mt 16, 24). E questo significa vivere il distacco dalla propria psiche portata a dettare la mappa con cui tendiamo a leggere il territorio della vita, distacco dai propri piccoli interessi che fanno perdere di vista lโaltro, distacco dalla sete di potere che conduce a servirsi delle persone piuttosto che servirle.
โMorto come qualcuno risorgo come nessunoโ. In questo essere โnessunoโ, come insegna lโUlisse omerico, ci si scoprirร finalmente risorti a sรฉ stessi e salvi.
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Per gentile concessione di don Paolo Scquizzato