I farisei โ di ieri e di oggi โ considerano il rapporto con Dio come mera osservanza. Se sโobbedisce allora si รจ con lui, altrimenti fuori. Per loro la Legge di Dio, e la sua ottemperanza, รจ sopra ogni cosa. Senzโaltro al di sopra dellโuomo.
Gesรน, in questa dura requisitoria, sta affermando che i โsuoiโ discepoli possono โmangiare il paneโ anche con mani sporche. Fuori di metafora: lโessere umano รจ autorizzato ad entrare in comunione con la divinitร con tutta la propria vita โ simboleggiata qui dal โpaneโโ, ovvero cosรฌ comโรจ, santo o peccatore, forte o fragile, integro o sporco che sia. La questione โ ma soprattutto la bella notizia โ non รจ di โfarcelaโ per entrare in relazione con la divinitร , ma nella propria condizione โ qualunque essa sia โ sentirsi legittimati a mangiare la Vita.
La Misericordia si nutre di miseria.
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Il possedere โle mani sporcheโ diventa cosรฌ lโoccasione, e non impedimento, alla comunione con Dio. Ad essere abbracciato dal Padre รจ il figlio disgraziato che torna a Casa partecipando al banchetto della Vita e non quello pulito che si sente a posto perchรฉ nei campi a lavorare come uno schiavo per meritarsi qualcosa dal padre-padrone (cfr. Lc 15, 20), e lโunica pecora presa sulle spalle dal pastore รจ quella perduta non le novantanove al sicuro nel recinto (cfr. Lc 15, 5).
Nel vangelo, il โpaneโ, la Vita, รจ offerto a tutti gli impuri della storia: agli emarginati, agli ingiusti, ai reprobi, agli sbagliati, ai fragili, elle prostitute, ai peccatori. Nel nostro brano gli unici che pare rimangano esclusi dalla possibilitร di nutrirsi di Dio sono proprio coloro che si reputano โa postoโ, i puri.
ยซGli ultimi saranno i primi, e i primi, ultimiยป (Mt 20, 16), e questo perchรฉ lโunico vero peccato รจ non credere allโamore, non credere che ci sia un Dio che si dร non come premio ma solo come dono.
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Alla fine, a sedersi alla tavola della Vita saranno coloro che non se ne sono mai ritenuti degni.
Il Vangelo di oggi ci fa memoria che ciรฒ che salva รจ solo la fede: accoglienza di un amore fontale e gratuito, e non una faticosa conquista morale.
Per gentile concessione di don Paolo Scquizzato