Sfoghiamoci con Dio
Restiamo anche oggi sulla prima lettura, siamo come ieri nel primo libro di Samuele. Protagonista del primo e secondo libro di Samuele per l’appunto è la storia di Samuele, ieri e oggi ne leggiamo l’inizio dove si parla dei suoi due genitori, Elkanà e della sua seconda moglie Anna.
Anche se ieri vi ho detto che Anna era sterile, ecco che oggi ci viene raccontato che il Signore concederà alla coppia di avere un figlio, per l’appunto Samuele. Molte volte nella Bibbia, si racconta di una coppia che non può avere figli e che poi grazie a Dio gli eventi cambiano, simboleggia il fatto che quando la nostra vita sembra sterile, non portare frutto, Dio ci aiuta ad amare, ad uscire da noi stessi.
La sterilità di alcune coppie bibliche ci ricorda anche che non tutto dipende da noi, che non abbiamo il pieno controllo della vita come spesso invece ci illudiamo che sia. Coppie sterili che poi daranno alla luce un figlio sono Abramo e Sara, Giacobbe e Rachele, Manoah e la moglie della quale non ci viene detto il nome, Elkanà e Anna per l’appunto, Zaccaria ed Elisabetta.
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Ciò che vorrei però sottolineare del brano di oggi è l’atteggiamento di Anna nei confronti di Dio, è addolorata per il fatto di non aver dato a suo marito un figlio e va davanti a Dio e si sfoga. Leggiamo una parte del brano: Mentre ella prolungava la preghiera davanti al Signore, Eli stava osservando la sua bocca. Anna pregava in cuor suo e si muovevano soltanto le labbra, ma la voce non si udiva; perciò Eli la ritenne ubriaca.
Le disse Eli: «Fino a quando rimarrai ubriaca? Smaltisci il tuo vino!». Anna rispose: «No, mio signore; io sono una donna affranta e non ho bevuto né vino né altra bevanda inebriante, ma sto solo sfogando il mio cuore davanti al Signore. Sto solo sfogando il mio cuore davanti al Signore! Riusciamo mai a farlo? Tanto più quando siamo nella prova, nel dolore, nella fatica? Anna ci insegna ad andare da Dio e a vuotare il sacco e questo ci fa bene perché a Lui possiamo portare e dire tutto ciò che vogliamo e Lui raccoglie tutto nelle sue mani e nel suo cuore.
E’ vero Anna darà alla luce un figlio, con ciò non vuol dire che tutte le volte che vado a sfogarmi da Dio Lui mi accontenta o mi toglie quel dolore, o quella prova ma sfogandomi davanti a Dio esco dalla sterilità , la mia vita riprende a scorrere, non resto impantanato in ciò che sto vivendo ma so andare oltre, so che non sono solo nell’affrontare quel problema. Spesso siamo bloccati su un problema, una crisi, guardiamo solo a quella cosa lì, a quella difficoltà lì mentre sfogarci davanti a Dio ci aiuta a non restare al guinzaglio su quella cosa ma ad andare avanti perché la vita non è solo quella contrarietà .
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Tempo fa parlando con una copia che non ha potuto avere figli, e quando questo accade è sempre una fonte di grande dolore, ma ho comunque detto loro: non potete passare le giornate, il tempo, la vostra vecchiaia a parlare solo di questo, è certamente un problema, una ferita che vi porterete per sempre con voi ma voi non siete solo una coppia che non ha potuto avere figli, siete una coppia che da tanti anni sta insieme, che vi volete bene, la vostra fertilità non si gioca solo nell’avere un figlio ma nell’amarvi ogni giorno, nell’essere fedeli nonostante le fatiche, nel fare qualcosa di bello per voi e per gli altri, non potete restare prigionieri di quel problema. Vale anche per noi, molte volte pensiamo che tutta la nostra vita sia quel problema, quella ferita che ci portiamo dentro, quel dolore, quell’accadimento.
Andiamo davanti a Dio e sfoghiamoci con Lui, portiamogli quel peso perché io non sono solo quel peso, quel dolore, quella contrarietà la mia vita può e deve portare frutto.