Commento di don Paolo Quattrone – sacerdote della diocesi di Aosta, parroco di Bard, Donnas, Hône e Vert.
Quando abbocchi?
Oggi la Chiesa ci fa celebrare la festa di sant’Andrea apostolo, fratello di Pietro entrambi pescatori di professione come sottolinea il Vangelo di oggi. Nel 60 d.C subì il martirio per crocifissione a Patrasso, in Grecia, fu crocifisso a testa in giù ad una croce a forma di X detta poi per questa ragione croce di sant’Andrea.
Nel brano di Vangelo di oggi si parla di pesca, Pietro e Andrea sono intenti a pescare e lo erano anche altri due fratelli, Giacomo e Giovanni con il loro padre e alcuni garzoni, a dimostrazione che non erano semplici pescatori della domenica ma che possedevano un’azienda ben avviata e così doveva essere anche per Pietro e Andrea.
Ma attenzione, anche Gesù va a pesca! Lui però ama pescare persone e non triglie. Gesù si incammina lungo il mare di Galilea per andare a pesca di uomini, li chiama a seguirlo. Nel mondo rabbinico mai un rabbi, un maestro avrebbe fatto una richiesta del genere: era la fama stessa del rabbi che gli procurava discepoli. Gesù si comporta in modo opposto e chiama direttamente, è Lui che li cerca, è Lui che ci cerca pur lasciandoci liberi di rispondergli o meno.
Gesù sta camminando lungo il mare di Galilea (che in realtà è un grande lago) e pesca Pietro, suo fratello Andrea, Giovanni e il fratello Giacomo. Dio ama pescare le persone, ama agganciarci per il nostro bene s’intende. Dio ama andare a pesca, immaginiamocelo tutto il giorno con innumerevoli canne da pesca che attende pazientemente che abbocchiamo, che decidiamo di lasciarci agganciare da Lui. Dio ogni giorno pesca per strapparci al nostro io dove sguazziamo, pesca per tirarci fuori dal peccato e dalle situazioni che non ci fanno bene, pesca per distoglierci dal mare di cose che facciamo ogni giorno per sostare qualche momento con Lui nella preghiera, pesca per farci diventare a nostra volta pescatori di uomini, persone che aiutano altri ad accorgersi di Dio.
Abboccare a Dio può sembrare svilente, come se fosse una fregatura ma in realtà l’etimologia delle parole ci aiuta sempre a fare chiarezza: abboccare non è solo riferito al pesce che si lascia pescare ma è legata alla comunicazione, abboccarsi con qualcuno significa averci un colloquio, è una vicinanza di bocche, un colloquio, comunicare. Dio ogni giorno prova a comunicare con noi ma io abbocco? Accetto di colloquiare con Lui, di entrare in relazione con Dio? Quando abbocchi?
Quando scopri che Dio desidera entrare in comunicazione con te perché ti ama e che allacciare una comunicazione con Lui ti fa del bene ed ecco che ti viene voglia di aiutare anche altri ad abboccare, ecco che diventi anche tu un pescatore o una pescatrice di uomini nel senso che aiuti Dio a pescare altra gente affinchè si accorga del suo amore. I primi quatto apostoli abboccano, decidono di seguire Gesù, decidono di intrattenere una comunicazione con quell’uomo che non conoscono, sono curiosi di seguire quell’uomo sconosciuto che li invita a seguirlo. Io nutro un po’ di curiosità verso Dio, verso la sua Parola, la Bibbia, la religione?
Abbocco oppure resto nella mia pozzanghera a sguazzare nel mio io, nelle mie quattro certezze?
AUTORE: don Paolo Quattrone – Fonte