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don Paolo Quattrone – Commento al Vangelo del 10 Dicembre 2023

Commento al brano del Vangelo di: ✝ Mc 1, 1-8

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Commento di don Paolo Quattrone – sacerdote della diocesi di Aosta, parroco di Bard, Donnas, Hône e Vert.

La confessione è via d’uscita dai peccati

“Il Signore non ritarda nel compiere la sua promessa, anche se alcuni parlano di lentezza”. Inizio con questa frase presente nella seconda lettura: è vero a volte il modo di agire di Dio può sembrarci lento e in effetti lo è in quanto sempre mosso dall’amore e di conseguenza non si comporta mai nei nostri confronti con violenza o irruenza tanto più per il fatto che deve fare i conti con la nostra libertà.

Vi è un ambito però nel quale il Signore è immediatamente pronto ad entrare in azione ed è nel perdonare infatti il suo perdono è a nostra disposizione 24 ore su 24, giorno e notte, un dono sempre a portata di mano dove sta a noi decidere se accedervi ed accoglierlo. Non a caso subito dopo la frase citata in apertura seguono queste parole: “Egli invece è magnanimo con voi, perché non vuole che alcuno si perda, ma che tutti abbiano modo di pentirsi”.

Dio è rapido nel perdono ma noi non lo siamo altrettanto nel riconoscere di averne bisogno e nel chiederlo. La scorsa settimana ho promesso che per ogni domenica di Avvento avrei sottolineato un aspetto nel quale essere attenti per accorgerci della presenza di Dio, in questo caso direi che possiamo percepirlo ogni qualvolta ci confessiamo. Sia nella prima lettura che nel Vangelo ricorre l’immagine del deserto, l’evangelista Marco sottolinea che lì Giovanni Battista lì vi gridava la salvezza divina che poi Gesù avrebbe portato a compimento.

Il deserto nella Bibbia è luogo di prova, di solitudine, di passaggio ma anche lì Dio può agire come ha esperimentato il popolo di Israele. Quante zone desertiche vi sono in noi: luoghi di aridità, di fatica, dove non fluisce la vita, la gioia, territori nei quali ci si trova insabbiati ma ricordiamoci che il Signore può condurci fuori da qualsiasi deserto sta a noi lasciarci prendere per mano.

Il brano di Vangelo ci propone i primi otto versetti del capitolo primo del testo di Marco e inizia dal deserto, un luogo di non vita, per ricordarci che Dio è colui che riporta la vitalità anche là dove sembra essere smarrita, che non vi è situazione dove Lui non possa entrare, sta a noi consentirglielo e questo, alla luce del brano evangelico, avviene mettendoci sulla scia, sui passi degli abitanti della Giudea e di Gerusalemme che accorrevano da Giovanni Battista per confessare i loro peccati e farsi battezzare.

Approfittiamo dell’Avvento per riscoprire la bellezza di confessarci vivendo questo sacramento non come un sederci ad un tribunale e tanto meno come un portare una lista di peccatucci.

La confessione è il momento nel quale guardarmi sotto la luce e la misericordia di Dio e fare chiarezza sulle strade che sto percorrendo riconoscendo e dicendo innanzitutto i motivi per i quali ringraziare che spesso perdo di vista e successivamente presentando al Signore le zone desertiche, di non fertilità, di non amore e poi affidandogli ciò che più mi pesa, che mi opprime, che non mi permette di camminare con scioltezza, quei sensi di colpa che mi fanno attorcigliare su me stesso e mi chiudono in un sentiero tortuoso dal quale non intravedo uscita.

Infine si tratta di individuare gli ambiti nei quali mi percepisco smarrito, dove ho imboccato vie sbagliate chiedendo l’aiuto per ritrovare la giusta strada. Ricordiamoci bene che non c’è deserto dal quale Dio non ci possa aiutare ad uscire, non c’è sentiero tortuoso o strada errata dove non possa mostrarci una via di rinascita e di bellezza.

La confessione è via d’uscita dai peccati, dai deserti, dalle strade tortuose ed allo stesso tempo luogo nel quale accorgerci che Dio c’è e ci ama davvero in modo pazzesco. Dio è rapido nel perdono ma spesso noi non lo siamo altrettanto nel chiederlo e riceverlo.


AUTORE: don Paolo Quattrone – Fonte