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don Nicola Salsa – Commento al Vangelo del 1 Novembre 2024

Venerdì 1 Novembre 2024 - Tutti i Santi
Commento al brano del Vangelo di: Mt 5,1-12a

Commento al Vangelo del giorno a cura di don Nicola Salsa.

Sarai simile a Cristo (1Gv 3,1-3)

Trascrizione automatica e corretta tramite IA da YouTube –non rivista.

Sarai simile a Cristo. Per la festa di Tutti i Santi, guardiamo la seconda lettura in cui l’apostolo Giovanni ci apre e ci spalanca le porte della Resurrezione attraverso il volto di Cristo.

Dalla prima lettera di San Giovanni Apostolo:

“Carissimi, vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente.”

Questo grande amore di cui si parla è la persona di Gesù, è tutta la sua opera, il suo donarsi fino alla Croce. Morendo al Calvario, Gesù ci ha resi, con il suo sangue, veri figli di Dio. Essere figli di Dio realmente ci dice che, attraverso Gesù, noi siamo imparentati con Dio Padre, direi non solo da un punto di vista giuridico, ma persino biologico, intimo e personale.

Uniti a Cristo, cresce in noi un germe di immortalità e di divinità che ci unisce a Dio in tutto e per tutto. Per questo il mondo non ci conosce, perché non ha conosciuto lui. Lui è Gesù Cristo, e conoscerlo non significa un semplice sapere chi egli sia. Conoscere Gesù significa, per noi cristiani, averlo incontrato, aver condiviso con lui la radice profonda di noi stessi.

Carissimi, noi fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Qui Giovanni ci rivela che ci sarà un prima e un dopo. La pienezza dell’essere figli di Dio rimane solo accennata, ma non rivelata. Giovanni non si abbandona a facili e fantasiose descrizioni di cosa e come sia il Paradiso: egli parte da ciò che sa, e cioè che siamo figli di Dio. E se siamo figli di un così grande Padre, vuol dire che siamo amati per ciò che siamo.

L’essere figli di Dio non è il punto di arrivo di una vita intensa e santa, ma il paradosso di essere il punto di partenza. Il cristiano è chiamato a diventare semplicemente chi è veramente, e non qualcun altro.

Sappiamo però che, quando Egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è. Giovanni non ci descrive il Paradiso, ma ci offre questa bellissima immagine: quando Egli, Gesù, si sarà rivelato, quando noi moriremo – per intenderci, dopo aver chiuso per l’ultima volta gli occhi su questo mondo – li riapriremo nell’altro mondo.

E prima di chiederci cosa vedremo, domandiamoci chi vedremo. Davanti a noi apparirà il volto trasfigurato di Gesù Cristo, occhi negli occhi con chi ci ama fin dall’eternità. Colui che è stato disposto a morire per lavarci dal peccato con il suo sangue ci guarderà con amore. Sarà uno sguardo talmente intenso, forte e trasformante, da rendere l’amore palpabile, di un’intensità tale che saremo trasformati in colui che da questo sguardo saremo contemplati.

Colui che è amato, ciascuno di noi, sarà simile in tutto a colui che ama, che è l’Amore.

Chiunque ha questa speranza in lui purifica se stesso come egli è puro. Chi ha questa speranza, questa convinzione profonda, non può che provare una gioia immensa. La morte non è più temuta, ma quasi onorata, perché diventa porta d’ingresso verso una realtà più bella, e quel velo che mi divide da quello sguardo così trasformante si rende vicino e quasi palpabile.

Colui che mi ama ed è disposto a tutto per il mio bene è qui, a un passo, che mi attende, che aspetta il mio sì.

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