Commento al Vangelo del giorno a cura di don Nicola Salsa.
Sarai simile a Cristo (1Gv 3,1-3)
Trascrizione automatica e corretta tramite IA da YouTube –non rivista.
Sarai simile a Cristo. Per la festa di Tutti i Santi, guardiamo la seconda lettura in cui l’apostolo Giovanni ci apre e ci spalanca le porte della Resurrezione attraverso il volto di Cristo.
Dalla prima lettera di San Giovanni Apostolo:
“Carissimi, vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente.”
Questo grande amore di cui si parla รจ la persona di Gesรน, รจ tutta la sua opera, il suo donarsi fino alla Croce. Morendo al Calvario, Gesรน ci ha resi, con il suo sangue, veri figli di Dio. Essere figli di Dio realmente ci dice che, attraverso Gesรน, noi siamo imparentati con Dio Padre, direi non solo da un punto di vista giuridico, ma persino biologico, intimo e personale.
Uniti a Cristo, cresce in noi un germe di immortalitร e di divinitร che ci unisce a Dio in tutto e per tutto. Per questo il mondo non ci conosce, perchรฉ non ha conosciuto lui. Lui รจ Gesรน Cristo, e conoscerlo non significa un semplice sapere chi egli sia. Conoscere Gesรน significa, per noi cristiani, averlo incontrato, aver condiviso con lui la radice profonda di noi stessi.
Carissimi, noi fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciรฒ che saremo non รจ stato ancora rivelato. Qui Giovanni ci rivela che ci sarร un prima e un dopo. La pienezza dell’essere figli di Dio rimane solo accennata, ma non rivelata. Giovanni non si abbandona a facili e fantasiose descrizioni di cosa e come sia il Paradiso: egli parte da ciรฒ che sa, e cioรจ che siamo figli di Dio. E se siamo figli di un cosรฌ grande Padre, vuol dire che siamo amati per ciรฒ che siamo.
L’essere figli di Dio non รจ il punto di arrivo di una vita intensa e santa, ma il paradosso di essere il punto di partenza. Il cristiano รจ chiamato a diventare semplicemente chi รจ veramente, e non qualcun altro.
Sappiamo perรฒ che, quando Egli si sarร manifestato, noi saremo simili a lui, perchรฉ lo vedremo cosรฌ come egli รจ. Giovanni non ci descrive il Paradiso, ma ci offre questa bellissima immagine: quando Egli, Gesรน, si sarร rivelato, quando noi moriremo โ per intenderci, dopo aver chiuso per l’ultima volta gli occhi su questo mondo โ li riapriremo nell’altro mondo.
E prima di chiederci cosa vedremo, domandiamoci chi vedremo. Davanti a noi apparirร il volto trasfigurato di Gesรน Cristo, occhi negli occhi con chi ci ama fin dall’eternitร . Colui che รจ stato disposto a morire per lavarci dal peccato con il suo sangue ci guarderร con amore. Sarร uno sguardo talmente intenso, forte e trasformante, da rendere l’amore palpabile, di un’intensitร tale che saremo trasformati in colui che da questo sguardo saremo contemplati.
Colui che รจ amato, ciascuno di noi, sarร simile in tutto a colui che ama, che รจ l’Amore.
Chiunque ha questa speranza in lui purifica se stesso come egli รจ puro. Chi ha questa speranza, questa convinzione profonda, non puรฒ che provare una gioia immensa. La morte non รจ piรน temuta, ma quasi onorata, perchรฉ diventa porta d’ingresso verso una realtร piรน bella, e quel velo che mi divide da quello sguardo cosรฌ trasformante si rende vicino e quasi palpabile.
Colui che mi ama ed รจ disposto a tutto per il mio bene รจ qui, a un passo, che mi attende, che aspetta il mio sรฌ.
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