La pagina del Vangelo di questa domenica riporta l’episodio della guarigione miracolosa di un sordomuto operata da Gesù in terra pagana. Nella richiesta avanzata a Gesù di imporre la sua mano sul sordomuto, leggo un particolare atto di fede che mi commuove profondamente: il Figlio di Dio è venuto per sciogliere i nodi che bloccano il nostro cammino di libertà!
Spesso non ci rendiamo conto dei tanti nodi che tengono il nostro fiato sospeso; risulta quanto mai utile, soprattutto al termine del giorno, ritornare alla pratica dell’“esame di coscienza”, un buon esercizio spirituale per avere la percezione dell’amore di Dio verso di noi.
Accogliamo la grande lezione che il Vangelo ci consegna: fare il bene non è un dovere imposto da una legge esterna; è la nostra risposta possibile a quanto gratuitamente abbiamo ricevuto! E il bene va fatto senza accendere i riflettori, né per ottenere consensi da parte degli uomini.
Mi piace citare a tal riguardo un episodio della vita di San Nicola, quello della dote alle fanciulle povere, citato da Dante Alighieri nel XX Canto del Purgatorio: «Esso parlava ancor del la larghezza / che fece Niccolò a le pulcelle, / per condurre ad onor lor giovinezza». Nicola, con la sua carità compiuta con discrezione, permise che alcune figlie in età da marito, cadute in povertà dopo un passato di agiatezza, potessero sposarsi dignitosamente.
Anche a noi Gesù ripete: «Effatà», cioè «Apriti»!
Abbiamo bisogno di aprire il cuore alla misericordia per lasciarci convertire e correre incontro ai nostri fratelli e sorelle! Durante il rito del Battesimo viene ripreso, ancora oggi, l’Effatà: il sacerdote tocca bocca e orecchie del credente, pronunciando queste parole: «Il Signore Gesù, che fece udire i sordi e parlare i muti, ti conceda di ascoltare presto la sua parola, e di professare la tua fede, a lode e gloria di Dio Padre».
Che possa accadere anche in noi il miracolo che avvenne nella vita di Sant’Agostino: «Mi chiamasti, e il tuo grido sfondò la mia sordità!»!
Chi è don Nicola
Don Nicola Galante è un presbitero dell’arcidiocesi di Capua, parroco, cappellano volontario in alcuni luoghi di cura e direttore dell’Ufficio diocesano per la Pastorale della salute.