C’è un particolare che attraversa la terza domenica d’avvento: il colore liturgico rosaceo! Un chiaro invito alla gioia per l’imminenza della festa del Santo Natale, di cui ha fatto eco l’antifona d’ingresso: «Rallegratevi sempre nel Signore, ve lo ripeto: rallegratevi, il Signore è vicino» (cf Fil 4,4.5).
Oggi accendiamo la terza delle quattro candele d’avvento, quella della gioia: accompagnati dalla figura di Giovanni Battista, siamo spronati ad entrare in noi stessi per individuare tutto quanto rattrista e impedisce al cuore di gioire per la venuta del Signore, e chiederci se stiamo camminando come discepoli di Gesù. D’altronde, la gioia è data quando la vita ritrova la sua autenticità: uscire dal tunnel dell’egoismo, per percorrere le vie del bene!
«Che cosa dobbiamo fare?»: è la domanda che diverse categorie di persone pongono al Battista, il quale risponde con un invito alla condivisione, all’onestà e alla giustizia. In altre parole, scegliere e agire secondo coscienza, in modo da essere responsabili per le nostre scelte.
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Oggi, di fronte alla pandemia dell’indifferenza e alla spirale di violenza, abbiamo bisogno di recuperare il concetto di responsabilità al manifestarsi del volto dell’altro: «l’epifania dell’altro è ipso facto la mia responsabilità nei confronti dell’altro» (E. Lévinas).
Quant’è bella l’umiltà – ma anche l’onestà intellettuale! – del Battista: non si sostituisce a Cristo, ma prepara la strada per la Sua venuta, perché tutti possano incontrarLo e lasciarsi purificare da Lui!
«L’Avvento serve a questo: a rimettere Cristo alla radice di tutti i nostri comportamenti con una liberazione da ogni intenzione corrotta, da ogni attesa sbagliata, da ogni forma di apostolato in cui prevale l’“io” nascondendo Dio!» (A. Comastri).
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IN PREGHIERA
Rendimi docile, Signore, ad accogliere il Vangelo della speranza, che mi invita a conversione continua!
DOMANDE PER NOI
1. Oggi che cosa mi impedisce di gioire nel Signore?
2. Come il Battista, provo a mettere al centro Gesù?
Chi è don Nicola
Don Nicola Galante è un presbitero dell’arcidiocesi di Capua, parroco, cappellano volontario in alcuni luoghi di cura e direttore dell’Ufficio diocesano per la Pastorale della salute.