Maria da parte sua custodiva tutte queste cose meditandole nel suo cuore
“Egli è l’Eterno Bambino, il dio che mancava. / Egli è l’umano che è naturale, / egli è il divino che sorride e gioca. / È per questo che io so con assoluta certezza / che egli è il vero Gesù Bambino” (F. Pessoa).
I pastori se ne tornarono glorificando e lodando Dio, pochi istanti di vera contemplazione e la loro vita diverrà gioia. Muterà il loro sguardo sul mondo. Cosa avevano visto, cosa avevano udito? E Maria che cose custodiva e meditava nel suo cuore?
Una storia realizzata. Non una fiaba. Una carne che vagiva nella nudità, non un solenne e prezioso e lussuoso palcoscenico per re, regnanti e dominatori del mondo. Non una favola per il potere, bensì la vuotezza di ogni ampollosità per dirci, ancora oggi, il Dio differente. Il Dio che piange, come ogni bambino con strilli inconsolabili.
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I pastori videro la vita sbocciare e compresero la loro vita, videro la luce nella vita e udirono gesti di umile mitezza e profumarono la loro vita di bellezza: loro che avevano il puzzo delle pecore e della fatica umana. “Non si comprende nulla del presepe, se non si comprende innanzi tutto che l’immagine del mondo, cui esso presta la sua miniatura […] è un’immagine storica” (G. Agamben).
Dalla voce dell’angelo dallo spazio infinito ed alto dei cieli, i pastori abbassarono i loro occhi fino sottoterra, fin dentro una grotta a Betlemme, fin dentro una mangiatoia. Avevano visto la carne e il corpo umano, in una mangiatoia Dio. E Maria che cose custodiva e meditava nel suo cuore?
La grandezza umile di Maria e di Giuseppe fu custodire la fragilità di Dio, il vagito di Dio, il pianto inconsolabile di Dio bambino, come ogni bambino che nasce -purtroppo abbiamo stilizzato il “Gesù bambino” con un bambolotto che sorride e questo non rende giustizia alla verità storica, appunto, di ogni bambino- ecco ciò che rende lo stupore ai pastori e la custodia vera, nel cuore e nella carne, che Maria e Giuseppe esercitarono.
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E Maria che cose custodiva e meditava nel suo cuore? Gesti di umana consolazione, di umana cura, di umana esclusione dalla società che conta e come ella incluse, invece, l’accoglienza degli esclusi, lei stessa, Giuseppe, suo Figlio, il suo bambino, i pastori: perché non c’era posto per loro nell’albergo (Lc 2,7).
Il mondo, gli Erode, i guerrafondai, gli uomini della finanza senza volto e senza scrupoli sempre hanno escluso, escludono e sempre escluderanno, gli umili come Maria e Giuseppe includeranno la vita, ne prenderanno cura, la avvolgeranno nei panni del calore dell’amore, guarderanno in basso dove abita Dio, staranno con le greggi delle pecore ed il loro puzzo, faranno nascere la vita anche in una letamaia, in una mangiatoia.
Il mondo potente e arruffatore continuerà a portare scompiglio tra i semplici, ma i semplici abiteranno la terra e ne avranno cura. Custodiranno e mediteranno nel cuore l’opera di Dio. L’uomo.
Quest’uomo si chiamerà Gesù: Dio-salva. Chi lo custodirà custodirà la salvezza: il creato e chi lo abita.
FONTE | Telegram
Foto di Steve Haselden da Pixabay