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don Mauro Pozzi – Commento al Vangelo di domenica 9 Giugno 2024

Domenica 9 Giugno 2024
Commento al brano del Vangelo di: Mc 3, 20-35

Accoglierlo senza pregiudizi vuol dire essere parte della Sua famiglia.
don Mauro

Se qualcuno volesse fare un regalo alla Parrocchia di don Mauro
Parrocchia S. Maria delle Grazie: IT09Y0871383900000000012977

PARENTI DI GESÚ

L’inizio della vita pubblica di Gesù gli guadagna subito una enorme popolarità. I segni che compiva erano molti per cui tutti erano attirati e desideravano conoscerlo  o,  quanto meno, vederlo. La vita che  Gesù aveva  condotto a  Nazaret era molto ordinaria, questo è il motivo dello sconcerto di chi credeva di conoscerlo bene.

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La fama dei miracoli del Maestro era arrivata anche a Gerusalemme e gli scribi che incontriamo qui, erano emissari dell’autorità religiosa che intendeva esaminare da vicino la cosa. Appare chiaro che, sia i parenti che gli scribi, non avessero un vero desiderio di capire, ma fossero accecati da un pregiudizio. Per gli uni  è pazzo, per gli altri posseduto.

L’accusa di essere  in  combutta col diavolo è  trattata con ironia dal Maestro. Se satana fa la guerra a sé stesso, non dobbiamo aver paura  di  lui. Come se dicesse: di cosa vi preoccupate, se appartengo a satana andrò in rovina con lui. Il peccato che Gesù rimprovera agli scribi è quello di non andare oltre il pregiudizio.

Questa incapacità di riconoscere il proprio errore è inescusabile, non per la gravità della colpa, ma perché il perdono non viene  nemmeno chiesto. È la stessa cosa che ci presenta la prima lettura. Adamo ha trasgredito. ma non lo ammette, piuttosto se la prende con Dio che gli ha dato Eva e con la donna stessa. È il primo scaricabarili della storia. 

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Sono sicuro che, se il nostro progenitore si fosse scusato, certamente sarebbe stato perdonato. Purtroppo per noi  questo non è successo e ne paghiamo ancora le conseguenze. La stessa cosa avviene in Galilea. Lo Spirito Santo che Gesù descrive come il nostro avvocato presso il Padre, non può intercedere contro la volontà di un colpevole. Noi abbiamo la libertà di chiudere la porta allo Spirito,  ma  il  Signore stesso ci mette in guardia dal farlo. Per i familiari è un’altra cosa.

È vero che anche loro sono prevenuti, ma ciò che li muove è solo l’affetto. Tante volte le mamme sono iperprotettive e tendono a bloccare i figli. Sono i figli stessi che devono far valere il loro diritto di essere autonomi. In  ogni modo Gesù vuole far capire  che  non c’è qualcuno che  ha più a cuore di altri e dichiara che chiunque fa la volontà di Dio appartiene alla sua famiglia.  

L’insegnamento  per  noi  è quello di non essere troppo sicuri del nostro giudizio, ma di saper essere abbastanza umili per  capire  che  lo  Spirito Santo è più grande della nostra testardaggine.

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