Il commento al Vangelo di domenica 4 settembre 2022, a cura di don Mauro Pozzi.
Rinunciare ai propri averi significa rinunciare alla pretesa di bastare a sé stessi.
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UN BILANCIO REALISTICO
Il sapere che nella Bibbia viene chiamato Sapienza, è l’insieme delle conoscenze che servono all’uomo per essere felice, cioè per conseguire lo scopo della sua vita. Infatti ciascuno di noi vuole vivere bene e per questo fa delle scelte, ma orientarsi tra le mille opportunità e promesse di felicità che ogni giorno ci vengono proposte, non è facile: ecco che la Sapienza ci viene in soccorso. La scienza ci abitua all’analisi, a scomporre i problemi in problemi più piccoli, ma a volte si corre il rischio di perdere il filo.
Per apprendere veramente bisogna avere capacità di sintesi, cioè riuscire a collegare esperienza e conoscenza per ottenere un sapere utile, che possa indirizzarci verso il bene. La Sapienza è questa sintesi. Molta gente seguiva Gesù, il fenomeno, quello che sa guarire, perfino resuscitare e che distribuisce pane e pesce gratis. Il Maestro li mette in guardia, seguirlo significa andare contro corrente, compiere delle scelte precise, a volte in contrasto con la consuetudine. Noi siamo la massa, i consumatori, gli spettatori, gli utenti. Oggi è facile essere influenzati più o meno subdolamente.
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La televisione, gli spettacoli, la pubblicità, propongono dei modelli, sbandierano sondaggi, offrono opinioni preconfezionate, che condizionano inesorabilmente. È difficile essere diversi. Siamo in difficoltà, perché il costume spesso prevale sulla morale. Oggi si fa così, diciamo allargando le braccia. Ecco perché Gesù deve usare delle parole così forti, per svegliarci da questo torpore mediatico. Guarda in faccia la realtà, dice, verso dove sei incamminato? Vivrai in eterno? Le azioni che compi quali conseguenze porteranno? Mettiti a tavolino e fai un bilancio come un costruttore avveduto, come uno stratega esperto. Finché sei in tempo mettiti al riparo da amare sorprese.
Rinuncia ai tuoi averi. È un’affermazione apparentemente assurda, può un padre lasciare alla fame i propri figli o un medico buttare via i suoi strumenti? Non si tratta di questo, evidentemente, ma di capire ciò che veramente ha valore. L’uomo non può salvarsi da solo. Qui ci ricolleghiamo ancora alla prima lettura: i ragionamenti dei mortali sono timidi e incerte le nostre riflessioni.
Quando le cose vanno bene noi siamo pieni di certezze, ci sembra di avere tutto sotto controllo, ma appena ci confrontiamo con la sofferenza e la morte, facciamo l’amara esperienza dei nostri limiti. Fossimo anche miliardari non potremmo allungare la vita di un’ora soltanto. Rinunciare ai propri averi vuol dire allora rinunciare alla pretesa di fare da soli e fidarsi del Signore, consegnarsi a Lui.
- AUTORE: don Mauro Pozzi
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